Pellicani

fotografie e testo di Lina Vergara Huilcamán

pellicani per strada a fermare il traffico intenso. tranquilli. guardandosi intorno. pulendosi con i lunghi becchi le piume. non uno. dieci pellicani. a volte venti. a volte solo due.
appollaiati sui tetti delle automobili parcheggiate. si aggiravano tra le vetture completamente indifferenti ai clacson. come se nulla fosse si fermavano in mezzo alla strada quasi a pensare. prima di spiccare il volo con le loro enormi ali. un vero ingorgo. il caos. in quella strada che divide il porto da un piccolo mercato del pesce ad Arica in Cile. -ogni tanto un pellicano muore- dice mia madre alla guida. -investito sicuramente da un turista. sai sono sempre qui. lo sanno tutti. basta andare piano.-
sono tornata a piedi. con la macchina fotografica. per capire. per entrare in quella piccola follia che qui sembrava normale quotidianità. in quel luogo chiazzato di bianco cacca liquida caduta dal cielo. dal forte odore di pesce. profumo se paragonato a quello intenso e carnale delle otarie del porto dall’altra parte della strada. indisturbata li ho fotografati. senza mai avvicinarmi troppo perché scappavano. quegli enormi uccelli si aggiravano tranquilli nel corridoio del mercato del pesce. e nessuno li scacciava o pareva farci caso. -stanno rubando. sono ladri.- dice un uomo alle mie spalle mentre io continuo a scattare -appena il pescivendolo si distrae entrano e rubano il pesce- rido. un volatile alto un metro con un’apertura alare di almeno due metri con il becco che sembra una lunga lancia che passeggia indisturbato con aria indifferente aspettando il momento buono per rubare il pesce.
un gioco quotidiano a cui tutti partecipano senza fare nulla per porvi fine. mi volto verso l’uomo che mi ha parlato. un lustrascarpe seduto su una cassetta di legno. azzurra. mi avvicino. mi dice di accomodarmi di fianco a lui. su un’altra cassetta. bianca. un po’ sporca. non posso fare a meno di notarlo. mi siedo. -io mi diverto con loro- continua -a volte però gli do una bella spazzolata. no. non mordono. aprono il becco. la gente a volte si spaventa. ma non fanno niente. sono astuti. guardi come aspettano la distrazione. tra di loro si chiamano con il radar.
quando c’è del buon pesce. guardi. guardi adesso. sta provando a rubare.- lo guardo sorridere mentre mi fa la cronaca dei nostri amici ladri. -i pescivendoli gli danno il pesce a volte. così se ne vanno- un clacson forte suona alle nostre spalle. mi volto ed ecco che un paio di pellicani stanno fermando il traffico. in mezzo alla strada. impassibili. mentre le automobili li sfiorano gridando parolacce al vento -i pellicani sono sordi- mi dice -per questo non si muovono quando le macchine suonano il clacson. non li sentono.- realizzo che in realtà non so nulla dei pellicani. come di tante altre cose. ho solo le nozioni necessarie. quelle di qualsiasi persona che guarda la televisione e che è stata in un paio di zoo. guardo l’uomo seduto al mio fianco che continua a lucidare una scarpa vecchissima.