Museo della frutta “Francesco Garnier Valletti”

di Cristina Mirandola

foto di Cristina Mirandola

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All’interno dello stesso palazzo che accoglie il Museo di anatomia umana “Luigi Rolando” e il Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso”, ci siamo scontrate con il Museo della frutta: una collezione di più di mille “frutti artificiali plastici” modellati da Francesco Garnier Valletti  (Giaveno 1808 – Torino 1889).
I testi a seguire sono della Dott.ssa Paola Costanzo, che ci ha gentilmente ospitato e permesso di fotografare il museo.
“Personalità singolare e insuperato modellatore di frutti artificiali, Francesco Garnier Valletti fu, tuttavia, per tanti aspetti, uomo del suo tempo. In un’epoca che fondava le basi culturali sul sapere positivo, sulla documentazione scientifica, sulla classificazione, sull’osservazione e lo studio della natura, Garnier Valletti spese la sua vita alla ricerca della perfezione nell’imitazione dei frutti, con l’intento di essere, con la sua opera, di ausilio alla scienza agronomica. In Italia, soprattutto in Toscana, e nel resto d’Europa la ceroplastica e il modellismo pomologico vantavano una tradizione che affondava le sue radici a partire dalla metà del secolo XVIII. In particolare i ceroplasti producevano modelli che servivano da supporto all’insegnamento delle scienze mediche e botaniche. Gli esemplari di frutta artificiale, oltre che in cera, erano spesso realizzati anche in gesso o in carta pressata rivestita di gesso. Nonostante queste presenze, nel suo mestiere Garnier Valletti fu totalmente autodidatta. Eppure, lavorando sempre da solo, con la maturità raggiunse il vertice della perfezione, sommando all’evidente sensibilità artistica e a un’indubbia abilità manuale, le molte conoscenze botaniche acquisite nel corso degli anni, durante i suoi lunghi soggiorni e la permanenza nelle maggiori città europee dell’epoca, presso le corti imperiali di Vienna e San Pietroburgo e partecipando, con successo di pubblico e di critica, alle innumerevoli esposizioni orticole e agricole che vi si svolgevano.
Garnier Valletti realizzò centinaia di stampi in gesso nei quali colava le miscele di sua invenzione composte da acqua, cenere, polvere di alabastro, gesso, cera e soprattutto resine naturali (dammar e colofonia) che andarono sostituendo le iniziali produzioni in cera. Con questi strumenti eseguì oltre 1.800 modelli perfetti, rigorosamente scientifici, rappresentanti fedelmente il germoplasma frutticolo e viticolo, ripetuti diverse volte, per essere di ausilio ai musei naturalistici, agli istituti di istruzione, ai vivaisti e agli amatori, come risulta anche dalle pagine del catalogo postumo, pubblicato nel 1905 dalla figlia Paolina nel tentativo di commercializzare la cospicua produzione del padre. Garnier Valletti tenne segreta la formula degli impasti, che cambiava a seconda del genere di frutti imitati, poiché spinse il suo perfezionismo fino a produrre esemplari che non solo assomigliavano in modo stupefacente a quelli naturali ma che di questi avevano anche lo stesso peso. Dopo averli dipinti passava sui frutti una vernice trasparente, lucida sulle mele e opaca sulle pere, e riproduceva poi con varie tecniche le macchie, le irregolarità, le rugginosità proprie delle diverse cultivar. Sulla vernice ancora appiccicosa stesa su pesche e albicocche spargeva polvere di lana (più grossa per le pesche, più sottile per le albicocche) pestata nel mortaio e poi setacciata, a imitazione della lanugine. Sulle susine, per rendere l’effetto della pruina, soffiava polvere che otteneva pestando al mortaio ciottoli di colore adatto che raccoglieva sul greto dei torrenti. La ricerca della perfezione lo portò inoltre a inserire nell’uva i vinaccioli veri, naturalmente quelli della specie imitata, mentre sulle fragole incastrò gli acheni originari. Poiché l’uva, il ribes, l’uva spina e gli altri frutti ad acini non potevano essere prodotti con gli stampi (anche perché gli acini non sono uguali tra loro) s’adoperò a riprodurli attraverso una laboriosa lavorazione manuale effettuata acino per acino.  
Nella sua vocazione alla perfezione Garnier Valletti fu un uomo solitario. Solo alla vigilia della morte, ormai ottantenne, si decise a far conoscere i suoi “segreti” quando gli offrirono una cattedra di “pomologia artificiale” presso il Regio istituto tecnico Sommeiller di Torino. Le lezioni durarono tuttavia solo pochi mesi e furono interrotte dalla morte del maestro, avvenuta l’8 ottobre del 1889, in seguito a una polmonite. Nessuno dei suoi allievi, nemmeno Michele Del Lupo che alcuni anni più tardi pubblicò un manuale di pomologia dove tracciò una breve biografia del suo maestro, riuscì a eguagliare la sua bravura e a conseguire la stessa perfezione e verosimiglianza.
Francesco Garnier Valletti resta dunque l’ultimo e il più grande maestro di “pomologia artificiale”.   
- Paola Costanzo, Responsabile Collezioni Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti, Torino       

Inaugurato nel 2007, il Museo offre l’occasione di far scoprire al pubblico la splendida collezione di frutti artificiali realizzati da Francesco Garnier Valletti, ma anche il patrimonio storico-scientifico della Regia Stazione di Chimica Agraria, costituita a Torino nel 1871, comprendente una grande biblioteca scientifica, un interessante archivio, i laboratori chimici e una cospicua raccolta di strumentazione scientifica. … Nel confronto fra passato e presente il museo intende spiegare le ragioni che hanno inevitabilmente portato ad abbandonare la coltivazione, o comunque a ridurre drasticamente la quantità di varietà di frutti in commercio, soprattutto a partire dal momento in cui la conservazione attraverso il freddo ha iniziato a consentire altre forme di distribuzione dei prodotti agroalimentari, soddisfacendo le esigenze di un mercato anch’esso profondamente mutato. Il museo cerca così di offrire il suo contributo al confronto sulla questione attualissima della salvaguardia delle biodiversità e, più indirettamente, al valore che l’apprezzamento e il rispetto per la diversità hanno nella vita quotidiana di tutti, nelle piccole e grandi cose, per il futuro stesso dell’umanità.

Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
Via Pietro Giuria 15 – Torino – tel. 011 6708195
info-museodellafrutta@comune.torino.it
museodellafrutta.it

facebook.com/CristinaMirandolaStilllife