Ada e Alfonso Sella

di Cristina Mirandola

Ed ecco che in quella che era una visita a una legatoria artigianale resuscita la vita di un matrimonio, Ada e Alfonso Sella, che insieme hanno lavorato per “gettare un seme sperando che germogli”, per diffondere la bellezza, per aiutare, chi lo vorrà, a “dare un nome” alle piante e quindi ad amarle.
Alfonso Sella è stato pittore, incisore, botanico e dialettologo, ha compilato il “Dizionario–Atlante delle Parlate Biellesi”, è stato divulgatore di glottologia e botanica locale e insieme alla moglie Ada si è dedicato alla produzione degli erbari.
“Sono lontani i tempi della mia gioventù quando i nostri boschi biellesi erano integri, non invasi da rovi e robinie e impercorribili, quando erano tanti i torrentelli dove potevamo dissetarci e pescare i gamberi, e in quelli maggiori potevamo tuffarci d’estate. Molte parti del nostro suolo sono state profanate e coperte di sudicerie. Ma ci sono ancora luoghi, particolarmente sui monti, che hanno resistito all’attacco e qui possiamo fare le nostre esperienze naturalistiche.
Nelle uscite in campagna l’occhio è attento a cogliere le novità, le rarità, le combinazioni interessanti, fortuite, nate dal caso con il mutare degli elementi. L’occhio si esercita, la capacità di cogliere le occasioni si fa più viva. È l’istinto del cacciatore che si riaffaccia e viene volto a buon fine. Si parla tanto di birdwatching, e allora perché non anche di grasswatching, di mosswatching, e così via?”.*
Se un erbario è “una collezione di piante, o di alcune parti di esse, pressate ed essiccate, e successivamente fissate su fogli di carta”**, l’impulso e le motivazioni che spingono a fare un erbario ci portano sulle tracce di un percorso, uno sguardo amorevole rivolto al mondo, uno sguardo per le piccole cose, uno sguardo che si lascia stupire. La creazione di questi erbari è davvero un atto di amore, “… Il desiderio di classificare, non per l’arido fine di incasellare, ma per dare un nome a delle creature ammirate e amate, sapendo che mi sarebbero diventate più care dopo essere state riconosciute”.** E la ricerca e la raccolta degli esemplari da conservare diventano un viaggio metaforico sull’amore per la scoperta: “I vagabondaggi a piedi sono diventati così una parte importante della vita: giri alla scoperta di cose nuove (e non occorre neppure andare molto lontano; lo stesso mistero c’è dappertutto e possiamo incontrarlo nelle erbe tra il selciato del giardino) con gli occhi vigili, attenti a cogliere qualche particolare mai visto”.**
Forse allora un erbario è davvero molto più di una collezione di piante pressate ed essicate, forse è un omaggio allo stupore.

*L’erbario, di Alfonso e Ada Sella - Longanesi, 1974
**L’erbario. Alla ricerca delle forme vegetali,
Ada e Alfonso Sella - Centro Botanico, Milano, 1989

Informazioni bibliografiche / Bibliographic information
Per amare una pianta. Gli erbari di Alfonso e Ada Sella. Catalogo della mostra (Biella, 2005)
a cura di A. Soldano - DOCBI Centro Studi Biellesi

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