situs viscerum inversus

di Lina Vergara Huilcamán

tutto era esattamente al contrario di come avrebbe dovuto. e comunque funzionava. in fondo cosa può cambiare se un cuore invece che a sinistra sta a destra?
nulla, non cambia nulla… se non l’angolazione. la direzione.
ma ogni piccolo particolare, situazione, ingrediente cambia lo stato delle cose in modo impercettibile e inevitabile. e così lei visse la sua esistenza sotto gli occhi di tutti senza che nessuno potesse comprendere. e come avrebbero potuto? erano tempi in cui l’unico modo per vedere dentro a un corpo era aprirlo. erano anche tempi in cui certe inquietudini non avevano ancora un nome. solo una sensazione di soffocamento in gola. una grande domanda mai posta. una grande verità mai detta. presto giunse la morte. ma chi l’aprì non era interessato ai suoi stati d’animo. né alle sue pene. ai suoi dolori. alle sue gioie. o a cosa aveva pensato. sognato. sperato. desiderato. tuttavia gli fu data ancora una possibilità e il suo corpo fu preservato. come evidenza di una grande scoperta. una grande ignoranza. e lei lì è rimasta. per l’eternità. dietro una vetrina. a mostrare il suo interiore. per chi con occhio attento, passando davanti ai suoi organi, volesse conoscerne il silenzio. o anche solo guardare in alto e osservare la sua bocca e leggerne le labbra. e ascoltare finalmente la sua storia.