Due sono le lezioni di anatomia che raccontiamo: due come si conviene ai due sessi, una femminile e una maschile. Due storie o meglio ancora due vite, due personaggi, due secoli e due città: la signora Morandi Manzolini e il signor Giacomini hanno fatto della loro professione la loro essenza – senza mezzi termini. Le loro lezioni non si sono svolte soltanto in una sala operatoria o su un tavolo da obitorio – stile Rembrandt, per intenderci – ma si tengono tuttora nelle teche di due musei: quello di Palazzo Poggi (Istituto di anatomia) di Bologna e il museo di Anatomia Umana di Torino. È qui che, rispettivamente, Anna e Carlo hanno vissuto ed è qui che sono conservate le loro “specialità”. E non solo. Anna, la signora Morandi Manzolini (1716–1774), è un’artista, ceroplasta e scienziata. È la dimostrazione che le donne, anche in tempi non favorevoli, possono accostarsi alla cultura in maniera eclettica e particolare, in una parola: trasversale. Come spesso accade, comincia seguendo le orme del coniuge e, via via che si creano le occasioni, si occupa dell’allestimento dell’allora Istituto delle Scienze di Bologna e collabora con la scuola di ostetricia sia dedicandosi alla ricerca sia realizzando modelli sullo sviluppo del feto durante la gravidanza. Di lei i contemporanei dicono: “Donna bella e piena d’ingegno tratta con vigore virile i cadaveri e anche le membra in decomposizione, per poterli riprodurre e consegnare ai posteri […] Allestì quindi la propria casa con parti del corpo umano, eseguite con arte mirabile.”.1 I suoi lavori e le sue preparazioni parlano di lei: il suo approccio affianca un grande rigore a un’insolita sensibilità estetica. Nel suo autoritratto, Anna è una gran signora, soddisfatta di sé, molto elegante nella sua veste ornata di pizzi, nastri e fili di perle. L’anello e gli orecchini, così come l’acconciatura, raccontano di una donna che ha raggiunto una posizione importante grazie all’amore per il suo lavoro e lei, così femminile e sicura, è fissata per sempre nella cera nell’atto di dissezionare un cervello umano! Carlo, il signor Giacomini (1840–1898) è stato il direttore del museo di Anatomia Umana di Torino dal 1876. A lui, oltre a un nuovo assetto e un rinnovo delle collezioni, si devono gli oltre 800 encefali umani conservati “a secco”, che testimoniano da un lato il grande interesse della facoltà di Torino per il funzionamento del cervello e dall’altro la grande capacità di Carlo nell’ideazione e messa a punto di questo procedimento di essiccazione di cui ci ha lasciato anche la ricetta! Non si può non dire che non sia stato l’anima del museo, e anche di più, avendo scritto nel proprio testamento: “Non essendo partigiano né della cremazione né dei cimiteri preferisco che le mie ossa e il mio cervello abbiano riposo nell’istituto anatomico dove ho passato i più begli anni della mia gioventù ed al quale ho consacrato tutte le mie forze […]”.2 E così è stato. Da Sdl è tutto.
1. Zanotti, Francesco Maria. Commentarii (Istituto delle Scienze), III Tomo. De re Ostetricia, Bologna, 1755.
2. Giacomini, Carlo. Testamento del 22 giugno 1898, in Il Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando, guida alla visita, a cura di G. Giacobini, C. Cilli, G. Malerba, Torino, 2008.