Salone del Lutto logo 01

Qualcuno pensi ai bambini!

illustrazione di Edward Gorey

illustrazione di Edward Gorey

“Qualcuno pensi ai bambini”: così titola una delle rubriche del Salone del Lutto destinata al “non è mai troppo presto”, ovvero non è mai troppo presto per far capire ai più piccoli cosa succede, perché si muore e che cos’è la morte. Non tutti hanno avuto la nostra stessa esperienza, soprattutto – grazie a Dio! – perché ormai non usa più accompagnare i bambini per mano a vedere il prozio ricomposto nella bara. Ricordate? “Com’è sereno… pare che dorma” dicevano i parenti e a te restavano le dovute considerazioni e perplessità. Tutto questo, beninteso, se eri una bambina fortunata: in caso contrario, l’ostensione del morto avrebbe provocato traumi indelebili alla tua psiche facendo di te una futura donna terrorizzata. Tutto questo non capita più e probabilmente non succedeva nemmeno a tutti i bambini degli anni Settanta. Resta il fatto che la morte è un interrogativo con cui si è costretti a fare i conti. E ai bambini che fanno domande, bisogna pensarci eccome. Diversi sono gli spunti che abbiamo già segnalato nella nostra rubrica. In un bel libro illustrato di Wolf Erlbruch, L’anatra, la morte e il tulipano (Edizioni e/o, 2007), si affronta il tema in maniera chiara e con delicatezza. L’Anatra si accosta alla Morte, e in qualche modo le due diventano amiche. Quando l’Anatra morirà, la Morte le donerà il Tulipano, inteso come metafora di un passaggio, sconosciuto, verso l’aldilà. Affronta il tema anche un nostro “collega” sul web, Caleb Wilde di Confessions of a Funeral Director, che sulla sua pagina Facebook posta l’immagine di un funerale molto meno lirico di quello dell’Anatra di Wolf Erlbruch. Un caro pesce rosso è venuto a mancare e il momento delle esequie solenni offre l’occasione per dare spiegazioni sull’argomento. Gli spunti non mancano, per fortuna. Molti sono ironici (e forse più adatti agli adulti).  È il caso della risposta, attraverso i pupazzi di peluche, alla domanda: “Perché Fufi questa sera non è tornato a casa?”. Arrivano qui in soccorso i Road Kill Toys, con tanto di certificato e sacchetto igienico del coroner, per far comprendere al tuo bambino – con serietà e compostezza – che gli animali che vede coricati ai lati della strada dal finestrino dell’automobile non stanno esattamente riposando… Perfetta per coniugare il tema della fragilità e quello del trapasso è la raccolta di racconti brevi e poesie Morte malinconica del bambino ostrica di Tim Burton (Einaudi, 2006), le cui illustrazioni (dello stesso Burton) rimandano immediatamente a un altro autore – a nostro parere uno dei più grandi – che proprio ai bambini ha dedicato uno dei suoi capolavori, un abbecedario nero e surreale che riepiloga 26 morti infantili: dalla A di Amy che cadde dalle scale alla Z di Zillah che bevve troppo alla svelta. Lui è Edward Gorey e questo è il suo I piccoli di Gashlycrumb (in: L’ospite sgradito e altri dodici racconti di umorismo nero, BUR, 1994).