La lampada a gas illumina a tratti i volti dei sei giovani, non rendendo giustizia alla giornata di sole appena trascorsa.
Simona racconta che una sua conoscente, per tirar su qualche soldo, cambia i bicchierini di plastica del distributore d’acqua dell’Arcimboldi; per mezz’ora al giorno tutti i giorni, porta a casa 700 euro al mese. Un’altra sostituisce i rulli delle macchine che fanno le fototessere nelle stazioni della metropolitana di Milano.
Un’altra ancora riesce a viaggiare gratis in aereo, compilando test sul livello di comfort della business class.
Qualcuno divaga. Giorgia cerca di cambiare discorso, tutto questo deve sembrarle una remota preoccupazione, e gioca la carta della cacca.
Racconta che da piccola le scappava sempre la cacca quando giocava a nascondino. Per l’adrenalina, pare.
L’argomento, sempre allettante, chiama in causa Alberto che sostiene con fermezza che quando si scoreggia si deve dire “sasso”, invece Pietro dice “oppallà”.
Ma, per la prima volta da che ho memoria, il problema lavoro si fa sentire più dei tradizionali (e non) sistemi di smaltimento scorie.
Un amico di Alberto “lavora” testando di persona la qualità dei preservativi di una nota multinazionale, con tanto di firma d’approvazione della sua fidanzata e collega.
Insomma, tra bicchierini d’acqua e metrò, mi faccio una sveltina e porto a casa 2000 euro andando gratis in Mar Rosso a fare snorkeling, che poi è nuotare con la maschera e il boccaglio.
L’importante, qualsiasi lavoro si faccia, è tornare dalle vacanze abbronzantissimi e con un sacco di foto!