LA MEMORIA

Le colonie marine in epoca fascista

di Lina Vergara Huilcamán, Sonia Maria Luce Possentini

Durante il periodo fascista nasce la colonia per l’infanzia, parte integrante del progetto di risanamento della razza e di fascistizzazione della società.
In particolare, alle colonie estive venivano indirizzati “bambini bisognosi ma fondamentalmente sani”, mentre della cura di specifiche affezioni patologiche si facevano direttamente carico gli ambulatori e i sanatori dell’ O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia).
La colonia climatica, con il nuovo regime, cessa pertanto di ospitare attività strettamente terapeutiche, eredità dell’ospizio infantile ottocentesco, per divenire soprattutto la palestra per la formazione fisica e spirituale dell’uomo nuovo fascista.
Tutti i bambini erano controllati e assistiti, l’igiene era molto curata e, all’arrivo in colonia, ciascuno riceveva un corredo completo di vestiario per la permanenza. L’assistenza era considerata molto importante. La divisione in squadre (gruppi) veniva effettuata in base all’età o allo sviluppo fisico, cercando di raggruppare bambini dello stesso luogo di provenienza. La vita di colonia era molto rigida e la sorveglianza si estendeva perfino al momento della doccia. La giornata cominciava con il saluto alla bandiera, ubicata sulla spiaggia che veniva raggiunta marciando. Seguivano mezz’ora di esercizi e la colazione in refettorio. Dopo la colazione i bambini avevano un’ora libera durante la quale, in realtà, veniva loro insegnata la dottrina fascista. Successivamente si tornava in spiaggia per le cure che consistevano in un bagno d’aria, un bagno di sole e un bagno in acqua. Durante il bagno d’aria i bambini dovevano respirare e rilassarsi sotto i tendoni al riparo dal sole per acclimatarsi. Seguiva il bagno di sole della durata di circa un’ ora durante il quale, progressivamente, erano esposti al sole. Infine, senza forzature, erano mandati a immergersi in acqua per venti minuti. Intorno alle tredici veniva fornito un pranzo abbondante allo scopo di far aumentare il peso e la massa muscolare.
Dopo il pranzo e un breve riposo, il pomeriggio era occupato da un altro momento di indottrinamento e da una marcia in spiaggia. Era dunque la volta della ginnastica, degli esercizi imitativi e dei giochi di squadra. Alle ventuno, dopo la cena, erano di nuovo tutti a letto.
Per assicurarsi che la razza rimanesse sana e pura era essenziale fornire pasti sostanziosi, basati su un’alimentazione mista, sia carnea sia vegetale. Venivano erogati tre pasti caldi al giorno, che prevedevano pasta o riso in brodo, al sugo o al burro; la carne era servita quattro volte alla settimana con tanto di contorno; venivano inoltre consumati pesce (fresco o conservato), uova, verdure, legumi di stagione, mortadella suina, formaggi, marmellate, frutta cotta, cioccolata, dolce domenicale, frutta fresca, tutti alimenti sani e ben lavati, nonché ricchi di vitamina D.
La ginnastica era un altro momento importante della routine quotidiana: la corsa, il nuoto, il tiro alla fune, le gite in barca contribuivano a irrobustire i bambini, aumentandone la circonferenza toracica e il peso; spesso venivano effettuate iniezioni energetiche di ferro, arsenico, fosforo e iodio.
I documentari ufficiali, realizzati e divulgati dal regime, veicolano un’immagine dell’infanzia geometrica, rigorosamente ordinata, come se le schiere di bambini ritratti in complicate coreografie ginniche fossero in realtà file di soldati.
Nelle colonie non si praticavano discriminazioni su base sociale, ma l’individualità e la personalità dei singoli bambini erano soffocate a causa dell’indottrinamento perpetrato in ogni momento dalle signorine di colonia. Queste ultime, oltre a possedere una solida fede fascista, erano tenute a seguire corsi specifici che le preparavano al ruolo di educatrici.

Link di interesse
http://www.youtube.com/watch?v=3Es1nPYui0c
http://www.youtube.com/watch?v=EEQRjrowppA
http://www.youtube.com/watch?v=C5lSC2Act0s