GLICERIA RODOLFI detta “la Bizzarra”, 1921 – 1984
“La Bizzarra” era una donna minuta e allegra. Esuberante e colorata. Eccentrica.
Faceva le carte. Era talmente fantasiosa e carismatica da riuscire a convincere anche chi alle carte non ci credeva.
Era appassionata. Provocante nonostante i suoi sessant’anni.
Dicevano che da giovane fosse stata bellissima e soprattutto una donna che amava con libertà. Le piaceva farsi desiderare.
Il suo era uno spirito allegro.
Passava dalla piazza del paese vestita in abiti sgargianti a fiori, con collane e bracciali di plastica colorati sempre abbinati al vestito.
Era un fiore lei stessa. Vestiva “alla moda”, diceva.
Alla messa trovava un coro di perpetue che la additavano.
In piazza aveva un coro di ammiratori e sgherri.
Abitava in una piccola casa vicino al canale d’irrigazione per i campi coltivati, lo stesso in cui un tempo si lavavano i panni. Lei ci andava per prendere il sole.
Scendeva qualche gradino, attraversava la strada e camminava fin su gli argini e lì, a seno nudo, si godeva il sole.
Come ogni piccolo paese anche quello della Bizzarra aveva i suoi ragazzacci. Piccoli delinquenti che ostentano sicurezza con le loro bravate suscitando ammirazione, omertà e paura.
In quattro la presero. Senza scrupoli, senza il timore di essere visti o sentiti. Uno alla volta o tutti insieme – chi può dirlo – diedero sfogo alle loro voglie e alle loro bassezze. Lasciandola poi sola. Barcollante. Piena di traumi e di emorragie interne. Fu ricoverata in ospedale e quando il suo corpo guarì tornò al paese. Nella sua piccola casa di fronte al canale dove era stata aggredita e selvaggiamente stuprata.
Non era più la stessa. Non rideva più alle battute o ai richiami della gente.
Non faceva più le carte. Non prendeva più il sole.
Non faceva che parlare di quello che aveva subito.
Ma nessuno l’ascoltava. Qualcuno diceva “se l’è cercata”.
Fu in primavera che con la sua inseparabile pelliccia si buttò nel canale.
La trovarono il giorno dopo, vicino alle griglie di scolo.
Chi la trovò pensò che si trattasse di un animale morto.
La sua pelliccia.
La stessa che durante il suo funerale fu messa ad asciugare fuori dalla cappella e lì restò per alcuni giorni.
Poi nessuno la vide più.