Nel centro storico di Modena, provincia alquanto tranquilla e per bene, ha aperto a maggio, la notte della prima scossa di terremoto, l’ex Nautilus di Torino che ha cambiato nome ma non contenuto.
Quattro stanze contigue piene di quegli oggetti “strani” per feticisti, collezionisti e persone con piccole disfunzioni morbose come me.
Un paese delle meraviglie dove trovare occhi di vetro, caschi per capelli tedeschi che sembrano ragni giganti di metallo, macchinette a gettoni per dosi di profumo, cere anatomiche, animali impagliati, ossa, fotografie, targhette antiche dalle diciture più strane, maschere antigas e occhiali da optometrista, o rettificatori nasali… un luogo dove ritornare sempre perché si scorgono sempre cose nuove, ma anche una tappa obbligata se volete meravigliare i vostri figli, correndo il rischio di iniziarli a “strane” passioni che non possono che degenerare, ma che sicuramente daranno vita a mondi singolari.
All’ingresso E.T. – a grandezza naturale – controlla la porta di questa Wunderkammer o camera delle meraviglie, un luogo dove non si acquistano beni di prima necessità, a meno che non si appartenga a quella categoria di persone che per stare bene ha bisogno di avere in casa cose “altre” dal normale quadro di fiori.
Il proprietario, Fausto, oltre a essere un esploratore di mercatini, conoscitore di rarità, è soprattutto scultore e si dedica principalmente alla creazione di oggetti per il cinema. Un appassionato di libri anche lui – che “strano”! – con cui scambiarsi dati sui titoli interessanti apparsi alla Feltrinelli situata nella stessa strada.
Un negozio, ma anche un piccolo museo o uno zoo inanimato dove potrete distrarvi dalle normali vetrine il sabato pomeriggio, dove sfogliare i libri scelti per voi da Fausto, dove fare shopping alternativo o semplicemente lustrarvi gli occhi e mettere in moto la fantasia con questo piccolo angolo di curiosità.
Quella curiosità a volte assopita dal normale e quotidiano vivere.
“Strano” come si possa allestire uno spazio del genere semplicemente andando a raccogliere oggetti quotidiani del passato, dimenticati. Come una protesi di legno possa divenire un oggetto di design o gli attrezzi di un oculista un fantastico accessorio personale.
Ma siamo sicuri che sia veramente “strano”?
Eppure nessuno degli oggetti contenuti in Obsoleto era “strano” nel suo contesto, come non è “strano” il comò antico della nonna in camera da letto.
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