Editoriale

di Francesca Del Moro

Uno spazio per la poesia, una sezione specificatamente dedicata ai componimenti in versi.
Perché, in fondo, la poesia comunica in maniera non troppo dissimile dall’immagine. Entrambe si caratterizzano per concisione e immediatezza, richiedono poco tempo per essere fruite eppure si propongono di lasciare un’impressione profonda. Una poesia o un’immagine risulterà tanto più efficace quanto più durevoli saranno le emozioni che trasmette, i pensieri che scatena.

“La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po’.” affermava provocatoriamente Bukowski.

Una definizione, quella della poesia, che senza difficoltà si lascia applicare anche all’immagine. Una poesia o un’illustrazione potente ti accarezza o ti colpisce allo stomaco con violenza, ti muove al sorriso o al pianto in un istante, ti accende pensieri che non si fermano, ti lascia un segno che porterai dentro e, come tutta la grande arte, può cambiare la tua vita e il tuo modo di essere. E lo fa in pochi minuti, quelli necessari per leggere (o guardare) una seconda volta, fino a scoprire a uno a uno, come piccoli tesori nascosti, i minuziosi dettagli in cui l’artista ha riposto tanta cura.

Carrozza 182727

di Silvio Perfetti

a Berto (parte prima)

Le gocce di vino
Che ti sbavano dolcemente
Il labbro inferiore
Come malinconiche acrobazie
Di giovani piloti dell’aria
La mezza bustina di zucchero
Che non si scioglie
Nel ricordo malato
I vagoni pidocchiosi
“Dove ci portano”
Ed ora il cameriere
“Prego il conto”
Ed è tutto quello che ti è rimasto
Caro Berto
E cicatrici crude
Dure come roccia
Sul tuo viso dal respiro
Apparentemente libero
Mentre incubi ricorrenti
Di svastiche al vento
Nei cieli blu
Odiosamente
Limpidamente italiani
Ti fanno ripetere
Come un disco rotto
“La chiamavano giovinezza
La chiamavano”

A volte vengo a cercarti, la notte

di Milvia Comastri

A volte vengo a cercarti, la notte.
In quelle notti senza odore,
quando il buio è uno schermo crudele,
un vuoto amaro.
Esco e percorro lisi vicoli stretti,
sconosciuti ogni volta.
Mi sono compagni gli zampettii dei ratti
che mi intralciano i passi,
e le ombre silenti che calano
improvvise da balconi piombati.
Cammino e canto a fior di labbra
la tua canzone, a scaldare il silenzio.
Cammino e la scansione dei battiti del cuore
mi avvicina al tuo cuore e alla tua casa.
Ma quando arrivo, il respiro si spezza
e morde le vene il sangue:
è spenta la tua luce, e della musica resta
solo un’eco lontana.
Rotola una bottiglia sul selciato.
Ascolto il rumore spegnersi
piano piano.

Corporea

di AA.VV.

“… penso agli uomini, cosa potrebbe sembrare loro
che noi guardiamo il sangue versarsi lento dal nostro sesso,
come se la terra sospirasse lievemente,
e la sentissimo e la vedessimo,
come se la vita gemesse un poco, di meraviglia, e noi fossimo lei.”
(da “Quando arriva”, di Sharon Olds, traduzione di Brenda Porster)

Attraverso tre generazioni di scrittrici di lingua inglese, molto amate nei paesi di origine ma per lo più ignorate in Italia, questa bellissima antologia di poesia contemporanea indaga il rapporto della donna con il proprio corpo. Un rapporto che viene approfondito nella sua materialità foriera di conseguenze psicologiche, sociali, politiche e filosofiche. Menarca, gravidanza, parto, desiderio, sessualità ma anche disagio, violenza, invecchiamento e malattia vengono esplorati con scientifica precisione e con un linguaggio ora ironico e graffiante, ora lirico e struggente, ma sempre autentico e diretto. Un libro potente e a tratti disturbante, splendidamente curato e tradotto da Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster e Anna Maria Robustelli.