QUANDO VIVEVAMO NELL’INCREDIBILE PRIMA

di Riccardo Giacomini

Non fu un periodo o un momento, era sempre stato così, prima. In un anno la cosa finì, in seguito alla protesta. C’è stato un prima, e ora viviamo nel dopo. Prima, io avevo una di quelle strutture vicino casa e, a parte il fastidio per la puzza, non avevo mai visto la cosa come sbagliata, sembra incredibile. Voi ci chiedete come potevamo non opporci, come potevamo tacere: dirvi che ci sembrava normale non serve a nulla. La vostra generazione non ci crede. Io vedevo i camion entrare pieni e uscire vuoti. E mi sembrava normale. Dopo tutti questi anni in cui non è più considerato normale, dopo tutti questi anni di sensibilizzazione, o come la chiamate, mi sembra che tutto sia stato una specie di sogno. Mi sembra impossibile non essermi nemmeno fatto una domanda. Non avevo mai pensato che potesse essere sbagliato. Solo dopo la protesta la gente iniziò a documentarsi. Le iniezioni, i maltrattamenti, gli esperimenti. Tutto dettato da logiche economiche. Le leggi parlavano solo di evitare di essere crudeli. Ma non era vietato uccidere. Se fatto in maniera scientifica e igienica, era permesso. Oggi sapete delle mutilazioni, delle uccisioni. Dei lamenti durante le agonie. Tuo nonno ha persino lavorato in una di quelle strutture e solo una volta mi disse che era un lavoro che un po’ lo disturbava. Una volta sola, prima che l’argomento diventasse tabù. Poi non ne parlò mai più. Io gli lavavo il camice sporco di sangue, ogni sera. E mi sembrava normale. Con la protesta cambiò tutto, ciò che era semplicemente un argomento di cui non si aveva voglia di parlare venne sviscerato. I telegiornali, la rete, la gente... tutti si scoprirono indignati e si affrettarono a ridimensionare la loro partecipazione effettiva.  
Voi oggi guardate al mondo prima di allora come qualcosa di inspiegabile. Quelli che prima erano considerati solo fastidiosi contestatori ora sono chiamati pionieri, dissidenti, resistenti; ma all’epoca erano spesso visti alla stregua di macchiette. Dopo che quel video divenne virale, quel senso vago e indefinito si trasformò in una moda e infine in un movimento. L’essere diventato una moda cambiò tutto. Quella frase di Kundera era ovunque, e oggi sembra impossibile non condividerla. Io credo però che, anche se sono passati tanti anni, nel segreto della propria mente molti provino odio e rancore per quel cambiamento. Per molti, se l’Altro non ha alcuna forza, non c’è motivo di usargli rispetto.
Vedere voi, oggi, dopo così tanti anni, vivere senza nemmeno conoscere il sapore della carne; senza conoscerlo e quindi senza rimpiangerlo, sarebbe stato impensabile, prima.

“La vera bontà dell’uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza. Il vero esame morale dell’umanità, l’esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell’uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri.”

Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere, 1984