DIVENTARE UNA BESTIA
Sono un essere umano. Quantomeno nel senso che entrambi i miei genitori sono esseri umani.
Questo ha una serie di conseguenze. Non posso, per esempio, avere dei figli con una volpe. Devo farmene una ragione.
I confini che separano le specie sono però, se non illusori, certamente vaghi e a volte porosi. Chiedetelo a qualunque biologo evoluzionista o sciamano.
Sono passati soltanto trenta milioni di anni – un delicato battito di ciglia su una terra che si è evoluta per tremila e quattrocento milioni di anni – da quando i tassi e io avevamo un antenato comune. Basta tornare indietro di altri quaranta milioni di anni per condividere l’intero album di famiglia non solo con i tassi, ma anche con il gabbiano reale.
(…)
Nella Genesi sono contenute due descrizioni della creazione. Se ci si ostina a vederle come storiche, sono del tutto incompatibili. Stando alla prima, l’uomo fu creato per ultimo. Stando alla seconda, venne creato per primo. Entrambe ci raccontano però qualcosa di illuminante sui nostri legami di famiglia con gli animali.
Nella prima, si dice che l’uomo venne creato, insieme a tutti gli animali terrestri, il sesto giorno. Questa origine comune dà luogo a una profonda intimità. Festeggiamo il compleanno lo stesso giorno.
Nella seconda, gli animali furono creati appositamente per offrire compagnia a Adamo. Non era bene che stesse da solo. Ma la strategia di Dio fallì: gli animali non gli fornivano una compagnia adeguata, e così fu creata anche Eva. Adamo fu felice di vederla. “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne,” esclamò. È una frase che tutti abbiamo pronunciato o che speriamo un giorno di pronunciare. Esiste una solitudine che un gatto non è in grado di alleviare. Ciò non significa tuttavia che il piano di Dio sia stato un fiasco completo – che gli animali siano pessimi compagni. Sappiamo che non è così. I biscotti per cani hanno un enorme mercato.
Adamo diede un nome a tutti i mammiferi e agli uccelli, forgiando così un legame che andava alla radice del suo e del loro essere. Le sue prime parole furono questi nomi. Siamo plasmati dalle cose che diciamo e dalle etichette che attribuiamo. E così Adamo fu plasmato dalla sua interazione con gli animali. Tale interazione e tale plasmazione sono semplici fatti storici. In quanto specie, siamo cresciuti con gli animali come maestri d’asilo. Ci hanno insegnato a camminare, sorreggendoci, tenendoci la mano nella zampa, mentre muovevamo i primi, vacillanti passi. E i nomi – che implicavano una forma di controllo – hanno plasmato anche gli animali. Questo è un fatto a sua volta evidente e spesso disastroso (almeno per gli animali). Abbiamo in comune con loro non solo l’ascendenza genetica e un’enorme parte del DNA, ma altresì la storia. Abbiamo frequentato tutti la stessa scuola. Forse non dovrebbe sorprendere che parliamo alcune stesse lingue.
L’animale che è in noi
Charles Foster
Bompiani 2017
traduzione di Andrea Silvestri