IPERCOOP

di AKAB

02_IPERCOOP

Un vecchio ruba un salame.
Le guardie ridono.
Le commesse del reparto bambini sono tutte grasse.
Quelli dei cellulari maleducati e invadenti.
Quasi nessuno lavora davvero.
Guardano spesso l’orologio e vanno a fumare.
Il pazzo vuole mostrarmi la pistola.
Compra birra e mi dice:
Prima di andare in galera ne uccido 3 di voi.
Per lui, io sono voi.
Ci sono 3 tipi di guardie.
I primi stanno vicino alle casse, sono vestiti in giacca e cravatta e si curano la barba in maniera ricercata.
Controllano il nulla.
I secondi sono gli anti-taccheggio.
Sono pakistani vestiti male magari con la pancia gonfia.
Girano mimetizzati tra le corsie.
I terzi stanno fuori dall’iper.
1000 chiavi inutili appese ai pantaloni e 100 tasche vuote.
Pronti a intervenire nel caso niente dovesse accadere.
Sono mezzi ritardati.
Le cassiere portano tutte gli stivali.
Indossano divise vagamente erotizzanti.
In contrasto con i loro corpi rassegnati.
Quelli dei piani superiori si odiano tra loro con continui sorrisi e gesti di fraterna amicizia.
Un vecchio mi dice che gli scozzesi sono i migliori motociclisti del mondo.
Perché conoscono la libertà.
Aggiunge che suo nipote è gay e che dovrebbe comprarsi una moto.
Un altro cliente vuole sapere da me se conosco un posto dove si mangiano le rane.
Una tipa con chiari disturbi mentali viene a fare la spesa 3 volte al giorno.
Ne esce sempre carica e apparentemente più tranquilla.
Questo posto non è proprio l’Inferno.
Gli manca il carisma.
Assomiglia più al Purgatorio.
Qui domina l’attesa.
Alle 17:00 voglio morire.
Cerchiamo tutti le stesse cose.
Il mio pass dice visitatore n° 23.
È un sistema folle.
Una famiglia di filippini si porta dietro un borsone di vestiti eleganti per farsi le foto tessera, cambiandosi in cabina.
Alcuni clienti sclerano quando dopo mezz’ora di fila gli chiudono la cassa in faccia.
Certe donne hanno le gambe corte come le bugie.
Le guardie dicono che spesso le ragazzine rubano i cosmetici.
Loro chiudono un occhio.
Ma se un anziano ruba della carne loro si incazzano.
Si sentono presi per il culo, dicono.
Il restauratore di mobili antichi è snob e conservatore.
Dispensa buoni consigli protetto nel suo maglioncino rosa salmone.
In media un tavolino costa 1500 euri.
Il barbone di questo iper è vestito meglio di me.
Ha i capelli corti e una barba ben curata.
Eppure è evidente che è un senzatetto.
Mi chiedo quale sia l’elemento che lo rende così evidente.
Un signore mi dice che sua moglie è morta in un incidente in moto.
Nessuno dovrebbe andare in moto.
Mi dice.
Il ragazzo che lavora con me mi chiede se sabato posso venire mezz’ora prima perché lui deve stare con sua figlia.
Gli rispondo:
Col cazzo.
Questo lavoro ti incattivisce.
Qui mezz’ora è eterna.
Tutti si sentono in dovere di giustificare le proprie assenze.
- Vado un attimo a telefonare.
- Mi vado a fumare una sigaretta.
- Vado a bermi un caffè.
- Vado in bagno ma torno subito.
Qui si torna bambini.
Potrebbe anche essere comico.
Se non fosse così drammatico.
C’è crisi, c’è crisi, c’è crisi, c’è crisi, sai che c’è?
Cè crisi, mo c’è la crisi, è arrivata la crisi.
La gente prima comprava le maxi buste di biscotti formato famiglia,
adesso prendono mezzo pacchetto striminzito.
C’è crisi, colpa degli stranieri.
Un tipo senza una mano mi chiede se può guidare lo scooter.
Gli rispondo che se ci riesce niente glielo impedisce.
Quando se ne va faccio caso che gli manca la mano destra.
Proprio quella dell’acceleratore.
In metropolitana una grassa donna rumena puzza di sudore.
Mi vergogno, ma appena posso cambio posto.
Il lavoro disabilita l’uomo.
Le giacche per moto sono fatte per rovinarsi quando piove.
Questo per poter vendere i coprigiacca impermeabili.
Stesso discorso per guanti e scarpe.
Una coppietta di eroinomani prova e riprova spasmodicamente tutte le giacche.
Per poi far scegliere a caso dal loro figlio di 3 anni.
Stare qui è una doccia fredda di realtà.
Insopportabile, ma riattiva la circolazione.
Sul muro del bagno c’è scritto “mi nutro di sborra”.
Un tizio voleva che lo accompagnassi in bagno per verificare se il copri-moto fosse veramente impermeabile.
I tre barboni fissi fuori dall’iper litigano su chi tra loro sia il più fallito.
Uno dice: Io no, ho 2 figli.
Tutti gli stronzi del mondo e io.
Di base, quelli che stanno sopra odiano quelli che stanno sotto.
Ad esempio quelli degli uffici odiano i capi reparto.
I capi reparto le guardie.
Le guardie le cassiere.
Le cassiere i clienti.
Se questa è la natura dell’uomo mi chiedo come possiamo aspettarci di non
essere disprezzati da chi ci governa?
Questo posto produce quintali di spazzatura ogni giorno.
Ovviamente, mentre a noi ci rincoglioniscono con la raccolta differenziata, loro buttano tutto insieme.
Creando meravigliose sculture cubiste di plastica e materie organiche.
Una cinese mi dice Atte id etla malello opio ate ilano?
Le rispondo sicuro. Al piano di sopra.
Una signora mi chiede se suo figlio può indossare il giubbotto anche quando non va in moto. Le rispondo che purtroppo la legge italiana lo vieta.
Un razzista si riconosce dalla frase: Io non sono razzista.
Uno mi chiede se lo scooter ha i freni, se sì dove sono e come si usano.
Il tempo matematicamente relativo è influenzato dal numero di persone presenti.
Una signora mi chiede se suo figlio, che è diplomato al liceo classico, può guidare lo scooter.
Il blu è il colore dell’omologazione.
I due fratelli obesi che vendono condizionatori sono la causa della crisi economica mondiale.
Uno mi chiede se esiste la taglia XM, credo intenda qualcosa di più piccolo.
Dopo 6 ore qui dentro le gambe delle giapponesi mi sembrano dritte.
Ieri sono usciti i Farias.
Ho preso confidenza con uno dei barboni che orbitano intorno a questo iper.
Mi propone di aiutarlo a rubare una giacca, gli dico che non ho nulla in contrario, che deve prendersela da solo.
Mi racconta di un suo amico che si è buttato dell’acido sugli occhi per poter avere diritto a 800 euro al mese.
Dice che anche lui ci sta pensando.
Sabrina, il capo del personale, mi chiede se nel caso sarei interessato a lavorare fisso per loro.
Non devo fare una bella faccia perché subito mi dice:
Scusa, è chiaro che non te ne frega niente.
Le dico: Ci penso. Cercando di essere rassicurante.
In realtà mi chiedo quanto bruci l’acido negli occhi.
Lavorare è sbagliato.
Mia madre passa a trovarmi con 4 sue amiche e si mettono a discutere tra loro se io assomigli di più a mio padre o a lei.
Come si fa coi bambini appena nati.
Ieri prima della chiusura è passato un matto, un matto di quelli classici, da manuale.
Una capigliatura scomposta.
50 anni di età.
Vestito da oratorio.
Mi dava del lei con voce frenetica ma gentile.
Continuando a stringermi la mano mi confida che tutti lo prendono in giro perché non ha la patente.
Gli dico che anch’io non ce l’ho.
Ora mi stringe la mano dandomi del tu.
Oggi i bambini urlano.
Esco fuori a fumarmi una sigaretta, un tizio mi chiede se ho 1 euro.
Gli dico che non ho monete.
Il tipo ci pensa un po’ e mi fa: 50 centesimi.  
Gli dico: No, davvero non ho monete.
Ancora pausa di riflessione: 20 centesimi?
Rido.
Dopo 30 secondi si fa di nuovo avanti: 10?
No, neanche 5, gli dico.
2?
Spengo la sigaretta e me ne vado sicuro di essere in una candid camera.
Mi offrono 2 cannoli alla crema.
Vanifico i miei sforzi di una settimana maledicendo il buon cuore della gente.
Un altro tipo mi chiede se abbiamo apparecchi luminosi, intendendo lampade.
Gli dico che abbiamo apparecchi bi-ruote.
Intendendo vaffanculo.
Vedo Satana nel reparto surgelati.
Oggi sul muro del bagno c’è scritto: “W Berlusconi che manda affanculo i teroni”.
Mentre fumo la mia sigaretta che mi fa guadagnare 4 minuti noto una coppietta amoreggiare dietro le scale mobili.
Li vedo attraverso i riflessi del vetro.
È quasi ora di chiusura, non c’è nessuno.
A parte i 3 barboni, Giulietta e Romeo e io.
Lui ha la faccia per bene, lei un bel culo.
Ridono forte in contrasto con il cimitero di speranze all’interno.
Penso che sia proprio questo a eccitarli.
Per 2 euro le mamme possono regalare ai bambini un giro di 30 secondi scegliendo tra ruspa, cavallo, macchina sportiva o mongolfiera.
Bambini seduti con gli sguardi assenti, mentre le macchine li dondolano freddamente per 30 secondi ogni 2 euro.
La guardia che mi sta più sul cazzo oggi ha vinto mille euro con un gratta e vinci.
C’è qualcosa di ironico.
Ma non mi fa ridere.
Una coppia di fighetti ha fatto formale esposto per aver comprato una confezione di ravioli scaduta da un mese.
Se li avessero mangiati e dopo essere stati male avessero denunciato l’ipercoop avrebbero ottenuto un sostanzioso indennizzo e il supermercato sarebbe stato chiuso per un mese.
È importante ricordarsi di comprare prodotti scaduti e conservare lo scontrino.
20 monitor al plasma da 42 pollici, videocamere di sorveglianza, insegne luminose, frigoriferi grandi come camion, allarmi antifurto, luci al neon e scale mobili sono accesi 24 ore su 24 per settimane, mesi, anni.
I monitor trasmettono film per assorbenti e deodoranti.
Le luci al neon impediscono al tonno in scatola di dormire.
Le videocamere di sorveglianza impediscono alle chiavi inglesi di fuggire.
Di fianco al bar chiuso per lavori di ristrutturazione c’è un cartello che dice: “Questa non è l’uscita”.
Alcune considerazioni sparse, verso la fine.
Ieri due barboni hanno fatto a bottigliate.
Un cliente cerca una taglia XLL.
Un arabo senza una gamba viene costretto a posare le stampelle e uscire sostenuto da un suo amico, perché il metallo fa scattare gli allarmi.
Stessa sorte per un’handicappata e il suo casco protettivo.
Una delle guardie è un ex carabiniere, ha fatto servizio 5 anni a Napoli, dice che non riesce a dormire per le cose che ha visto.
In generale la crisi è colpa degli stranieri perché vivono in 8 in un monolocale e spediscono i soldi nel loro paese.
Molte persone parlano da sole e poi ridono.
Più il prezzo di un prodotto è scritto in grande, più chiedono quanto costa.
Quelli dell’anti-taccheggio hanno delle pance enormi.
Il mondo è pieno di esperti, ma sono molti di più gli stronzi.
Fare un lavoro inutile ti rende mansueto e rassegnato.
Beati i mansueti perché erediteranno la terra.
Lavorare disabilita l’uomo.
Sono le 23:00, l’ipercoop chiude.
Ringraziamo la gentile clientela per la preferenza accordataci.

Immagini dalle linee sfuggenti e i colori grumosi si accompagnano a 23 flussi,
o meglio, fiotti di coscienza, in cui vari personaggi si tolgono la maschera della decenza
per svelare quanto nascondono in sé di torbido, scandaloso, violento ma, in definitiva, umano, sincero.

Racconto tratto da:

COME UN PICCOLO OLOCAUSTO
di AkaB
brossura con ali, 160 pagine, 165x230 mm
#logosedizioni
ISBN: 9788857604473