Lezioni di immortalità

di Flaminia Cruciani

Una delle prime cose che t’insegnano all’università quando studi archeologia è che “l’archeologia è distruzione”. In archeologia lo scavo è irreversibile. Se vogliamo utilizzare la metafora dello scavo come un grande libro, questo manoscritto di pagine di terra, in cui è stato scritto il passato dalla mano della storia, è in copia unica. Una volta scavato uno strato di terra, e raccolto tutte le documentazioni che lo strato contiene, non si può tornare indietro. La lettura distrugge il manoscritto. È una lettura anomala!
L’archeologo ha bisogno delle macerie, delle sedimentazioni, della distruzione. Senza tutto questo l’archeologia non può esistere. Sembra una scienza che ha bisogno della distruzione e che distrugge la distruzione per comprenderla. Apparentemente è così, ma l’esito a cui arriva invece è totalmente positivo. Infatti l’archeologo mentre distrugge riporta alla luce non solo le rovine, ma la vita stessa di quel luogo attraverso la ricostruzione storica. Macerie, sedimenti, tracce, impronte, reperti, nella gestazione dolorosa della terra, prendono vita nelle mani dell’archeologo, che gli restituisce l’energia, il soffio, la forza. Li fa parlare e raccontare.
In una direzione che potremmo definire dal caos al cosmos, si parte da frammenti sparsi e disordinati che devono essere analizzati e organizzati in una sequenza che restituisca loro un ordine, un cosmos di significato. Si scende nel profondo, per trasformare la materia pesante della terra e le sue sedimentazioni inerti e segrete in modo alchemico nella leggerezza della scoperta, chiarezza, evidenza e conoscenza. È così che l’archeologo in questa discesa nelle viscere riporta in vita il passato, dà luce ai materiali del regno dei morti che la terra ha custodito. D’altronde la terra è il luogo del riposo, della decomposizione, dentro cui i reperti sono avviluppati, sognano e attendono di essere ritrovati. Aspettano e quando li scopriamo si apre un occhio nella terra. In questo senso, il filo rosso dell’archeologia è la vita che non finisce, l’immortalità.

Lezioni di immortalità di Flaminia Cruciani, Mondadori 2018, pp. 39-40