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Il settimo giorno

di Yu Hua

SECONDO GIORNO

Come per magia mi sono ritrovato qui su una panchina silenziosa, che sembra morta, mentre la neve e la pioggia scendono silenziose, morte anche loro. Con tutto questo silenzio mi viene sonno, mi si chiudono le palpebre. Mi appare Li Qing, bella e brillante, il nostro amore, il nostro breve matrimonio. Quel mondo si sta dileguando, eppure è come se un autobus mi riportasse indietro: ecco il primo incontro con Li Qing.

Ero sull’autobus, sobbalzavo nel pigia pigia, quando il tipo davanti si alzò per scendere. Stavo per sedermi, ma qualcuno si infilò e mi rubò il posto. Mi sconvolse la sua rapidità, un istante dopo mi accorsi di quanto fosse bella, era incantevole. Sollevò appena il viso e ci rapì tutti, sembrava essere da un’altra parte, come persa nei suoi pensieri. Mi aveva rubato il posto senza degnarmi di un’occhiata, eppure mi ritenevo fortunato, mi sarei goduto la sua pelle candida e quel profilo perfetto per tutto il viaggio, nel cicaleccio a bordo. Dopo cinque fermate circa mi avvicinai all’uscita. L’autobus si fermò, le porte si aprirono e io praticamente rotolai giù spinto dalla calca. Mentre camminavo sul marciapiede, una brezza mi sfiorò, era lei che mi stava superando a passo svelto. Fui colpito dagli svolazzi del vestito. Procedeva a grandi falcate, con le braccia che disegnavano un movimento ampio, ed era semplicemente stupenda. Entrammo nello stesso palazzo, lei corse all’ascensore, mentre io non feci in tempo a salire. La fissai negli occhi con le porte che si chiudevano, lei guardò fuori ma non mi vide.
Lavoravamo nella stessa ditta, scoprii poi.

Il settimo giorno di Yu Hua,
Feltrinelli editore. Traduzione di Silvia Pozzi.