UN VIAGGIO VERSO L’ESSENZIALE

Intervista a FEDERICO DELICADO e DANIEL H. CHAMBERS

di Lola Barceló

Due viaggi procedono parallelamente e si intrecciano l’uno all’altro nell’albo Un viaggio diverso, scritto da Daniel H. Chambers e illustrato da Federico Delicado: un’oca e il suo piccolo intraprendono la rotta migratoria verso le terre del Sud, mentre una famiglia che abita un territorio in guerra si sposta verso il Nord. In un periodo storico segnato dal dramma dei rifugiati, Un viaggio diverso è un’opera opportuna e necessaria, sensibile e delicata, che suscita una riflessione e un sentimento di speranza e solidarietà verso milioni di persone che hanno il diritto di vivere in pace e in libertà. Abbiamo intervistato i due autori per conoscere tutti i retroscena del loro lavoro. “La storia ha iniziato a frullarmi in testa durante la guerra in Medio Oriente. Sin dall’inizio ho pensato che avrebbe funzionato meglio unendo il testo con le immagini” afferma lo scrittore Daniel H. Chambers. “Ho cercato di ridurre il testo al minimo, lasciando solo il necessario. Mentre lo facevo, mi accorgevo di come la storia mi offrisse nuovi spunti e nuovi personaggi da aggiungere, tuttavia mi sforzavo di tenere sotto controllo questa tentazione. In un secondo momento, quando Federico ha realizzato il suo lavoro, abbiamo visto che era importante comprimere ancora di più il testo, per evitare ripetizioni”. Kalandraka ha proposto a Federico Delicado di interpretare una storia ridotta all’essenziale dal suo ideatore, autore di 18 romanzi pubblicati in Spagna e Sud America. Anche a lui è sorto lo stesso dubbio: “Immaginiamo un illustratore che fugge dalla morte in Siria o da qualsiasi altro luogo. Immaginiamolo armato solo di un pezzo di carbone e dei cartoni vecchi che trova lungo il cammino. Armato con un semplice carboncino per vincere la morte e per lasciare almeno una traccia di questa esperienza”. L’illustratore, vincitore del Premio Compostela nel 2014, autore attivo dagli anni ’70 con più di trenta titoli pubblicati, ha preferito che il suo segno si limitasse al minimo per enfatizzare ulteriormente l’emergenza umanitaria raccontata. “Volevo che la realtà si impadronisse del disegno, in modo tale che il disegno stesso potesse almeno immedesimarsi in lei. Io dovevo farmi da parte per lasciare che il linguaggio, con il suo carico di verità, si liberasse senza alcuna voce dominante.” Ampiamente soddisfatto per il risultato finale del libro, Chambers ammette: “Mentre scrivevo, mi figuravo le possibili immagini che avrebbero potuto accompagnare il testo, tuttavia nemmeno la mia immaginazione era riuscita a produrre qualcosa di così geniale come quello che ha fatto Federico. Sono molto riconoscente agli editori, per aver pensato a lui come illustratore”. Nei primi bozzetti, Federico Delicado si era concentrato sulla migrazione subsahariana, “un marasma di animali domestici e persone su uno scenario ocra, fatto di polvere e colonne di fumo nero a presagire la guerra. Mi sono fatto trasportare dalla bellezza dei corpi e delle figure che l’arte africana presenta tanto magnificamente nella sua forma primitiva come in quella contemporanea. Invece, poco dopo, sono arrivate le notizie dalla Siria che, come una pioggia inarrestabile, inondavano la stampa europea. Ero addolorato e covavo dei dubbi: avevo scelto l’Africa per ragioni puramente estetiche e culturali. Così, mi sono rimesso all’opera prendendo in considerazione il Medio Oriente e ho deciso di pensare al lavoro con la testa di un reporter grafico”. Collocando il lettore nella stagione che precede la migrazione delle oche, Chambers ricorre alla narrazione letteraria per riflettere sugli spostamenti delle popolazioni del XXI secolo, con un occhio di riguardo per il Mediterraneo. “Le ragioni che stanno dietro agli attuali flussi migratori sono le stesse che hanno spinto i nostri genitori e i nostri nonni a lasciare i loro paesi d’origine: migliorare le loro condizioni economiche e fuggire dalla guerra. Non ho mai creduto nel concetto di confine, tantomeno nell’idea che alcune persone siano meno importanti di altre solo perché provengono da altre regioni geografiche.” A Delicado la trama legata alle oche ha dato l’occasione per parlare di un altro tipo di depredazione, “quella degli esseri umani, che in un immaginario paesaggio fluviale tolgono spazio alla natura per far posto al lavoro industriale”. Un’essenziale gamma di colori e un taglio primariamente descrittivo caratterizzano l’opera di Delicado in Un viaggio diverso. Nella rappresentazione dei volti, i personaggi sembrano cercare continuamente lo sguardo del lettore. Dall’altro lato, c’è anche la reticenza dell’autore nel mostrare la sofferenza di questa umanità coinvolta. Naturalismo e simbolismo s’intrecciano, così, in immagini dal forte impatto evocativo. “Nel momento in cui l’autore si pone sul piano della Realtà, si ritrova a mentire con essa. L’unica soluzione sta nella creazione narrativa.” Federico Delicado si considera un artigiano, “uno che ha creduto alla favola dell’artista capace di dominare un linguaggio e la sua creatività, ma che, alla fine, si è ritrovato a essere dominato dalla sua stessa arte. Uno che lungo la strada comincia a sparire per fare spazio all’espressione del sentire comune”. (Traduzione di Marta Bono)

UN VIAGGIO DIVERSO
di Daniel H. Chambers e Federico Delicado
Kalandraka