mirabiliosi

MIO FIGLIO VI CHIAMA “LA LIBRERIA DELLA PAURA”

di Michele Orvieti

foto © Elisa Fioretti

foto © Elisa Fioretti

foto © Elisa Fioretti foto © Elisa Fioretti foto © Elisa Fioretti foto © Elisa Fioretti

Mi chiamo Maria Chiara Casadio, ho 35 anni e faccio l’anestesista in neurochirurgia. Sono di Bologna, però ho abitato 4 anni a Milano e 2 anni a Parigi. Mio marito si chiama Angelo e stiamo insieme da 10 anni. Ho due figli: Luigi di 6 anni e Giulio di un anno e mezzo.
La lettura di romanzi è la mia più grande passione. Sono una lettrice compulsiva: compro più libri di quanti ne possa leggere.
Sono appassionata di romanzi classici; i libri sono stati dei veri e propri compagni di vita e mi hanno sostenuto durante le difficoltà: Dostoevskij e Camus sono state persone con le quali mi sono veramente confrontata. Inoltre, sono continuamente alla ricerca di libri, appassionata di libri e librerie: gli incontri più belli che ho fatto, li ho fatti proprio all’interno di librerie.
Mio marito è tutto l’opposto: lui è il mio ‘contenitore’, circoscrive le mie tante vite… e forse è proprio per questo che stiamo insieme.
NUOVA ZELANDA
Durante il liceo ho abitato per quattro mesi in Nuova Zelanda: è stata un’esperienza molto importante per la mia vita e, in un luogo con uno stile di vita molto distante dal nostro, mi sono messa alla prova e ho capito che volevo provare a vivere le tante vite che la vita ci propone e non una sola.
È lì che ho iniziato anche ad appassionarmi alle vite degli altri. Hanno iniziato ad affascinarmi moltissimo le diversità, le persone disuguali, i difetti, le irregolarità.
La malattia, ad esempio, è un errore e io come medico la combatto: ma in quanto errore, genera sempre qualcosa di molto interessante. In questi errori, in queste irregolarità della realtà si cela a mio parere la parte più interessante dell’esistenza, una sorta di punto di fuga che porta ad andare in profondità e conoscere maggiormente gli esseri umani.
DELL’OMEOSTASI
Io sono un’anestesista in sala operatoria neurochirurgica: mi occupo dunque di addormentare, tecnicamente “mandare in coma”, i pazienti durante l’intervento. Il mio scopo principale è aiutare i pazienti a superare l’insulto chirurgico. Mi piace molto perché ha a che fare con l’omeostasi del corpo e della mente. Da un lato c’è una persona che distrugge quest’omeostasi (cioè il chirurgo, che lo fa ovviamente a fin di bene, per rimuovere una malattia) e dall’altro ci siamo noi che lavoriamo per ricostituirla durante e dopo l’intervento.
Amo la neurochirurgia: amo soprattutto il mistero che risiede nel legame tra la materia organica (il cervello, che è uguale per ogni paziente e la cui consistenza somiglia tanto alla panna cotta) e l’immensità e complessità che racchiude (l’unicità particolarissima di ogni singolo essere umano).
Ci possono essere dei paralleli tra il mio lavoro e Mirabilia: in entrambi c’è una particolare attenzione al ‘difetto’ della realtà che, più che essere qualcosa da limare o livellare, è una porta d’ingresso. Come la malattia: certamente va combattuta… ma non si può negare che porti cambiamento, nuovi percorsi, complessità inaspettate.
GRAZIE MIRABILIA!
Prima di entrare a Mirabilia non avevo mai letto un libro illustrato! Infatti sono entrata cercando romanzi e guardandomi attorno continuavo a chiedermi cosa fosse Mirabilia e quale fosse il suo progetto.
Sono rimasta subito affascinata dalla parte più ‘wunder’ della libreria e mi sono tornati in mente tutti i ricordi dei tanti Dylan Dog letti nel corso della vita. Non pensavo che ci fosse così tanta letteratura dedicata ai mondi di confine del ‘meraviglioso’: è stato come incontrare per la prima volta qualcuno un po’ ‘difettoso’ come sono io. E ho pensato subito che Mirabilia mi somigliava tantissimo.
Grazie a voi sono entrata nel mondo dell’illustrazione che mi è piaciuto subito enormemente: è sicuramente un mondo più ‘violento’ del romanzo, ha un impatto più forte della sola parola scritta... è come se qualcuno ti prendesse con forza per i polsi per costringerti a vedere qualcosa!
Ho iniziato scegliendo i libri in maniera piuttosto casuale o affidandomi ai vostri consigli e ho subito trovato una forte affinità con l’illustrazione più oscura e contorta, come quella di Stefano Bessoni o Claudio Romo.
Mirabilia è totalmente diversa da tutto ciò che c’è attorno a noi: vedo tutto spesso molto svuotato di profondità, tanto immediato quanto piatto e privo di sfumature. Qui c’è uno sguardo su ciò che rende la realtà più complessa, ironica e sfaccettata.
IL PRIMO LIBRO
Il primo libro che ho preso a Mirabilia è stato Attilio di Giulia Pintus: sono stata subito colpita dalle immagini di quest’uomo enorme con un cuore grande e leggero, che crea un proprio mondo, s’innamora di una sua fantasia… una tenerezza immensa! Mi ha attratto subito questo protagonista così poco convenzionale: un uomo bellissimo proprio per la sua unicità. Un libro emozionante.
Ho poi iniziato a leggere i libri di Stefano Bessoni ai miei figli che sono rimasti subito affascinati: Luigi chiama Mirabilia “la libreria della paura” perché contiene tutte quelle cose, come i mostri, gli scheletri, gli zombie, che sono per lui un po’ proibite e dalle quali è contemporaneamente attratto. Prova inoltre un grande piacere nel condividere queste letture con me e questo lo aiuta molto a demistificare concetti come morte o malattia, rendendoli ciò che sono, ovvero normali processi della vita.
LA COSA PIÙ STRANA
La cosa più strana che ho acquistato a Mirabilia è sicuramente la Lampada “Dental Phantom”, dove Fausto Gazzi ha unito questa simulazione di cranio ottocentesca per la creazione di calchi dentari (il “dental phantom” appunto) con delle enormi lampadine dalla luce bellissima. In casa nostra questa lampada è ormai diventata un membro della famiglia: tutti gli ospiti non possono fare a meno di notarla e mio figlio la chiama affettuosamente Voldemort.
Un altro acquisto che ha avuto per me una grande importanza è stato il libro Taschen Les Dîners de Gala, il ricettario surrealista di Salvador Dalí. L’ho regalato alla moglie di un professore universitario da cui, con la mia famiglia, siamo andati a cena. Questa signora mi metteva molto in soggezione: questo regalo le è così piaciuto e l’ha così spiazzata che le sono cadute tutte le difese… ed è stata poi una splendida serata!
LUOGHI INSOLITI E SEGRETI
Vicino a casa dei miei genitori, sulle colline tra Imola e Dozza, tra via delle Suore e via Comezzano, c’è un’enorme gola di calanchi: sembra quasi di essere all’inferno, c’è un immenso silenzio. Io ci andavo, quando ero piccola, nei momenti di malinconia, a riordinare le idee.
Poi. Il prossimo luogo va visitato di notte. Si tratta delle pale eoliche che si trovano a Monterenzio. Andare di notte sotto le pale eoliche in funzione è una cosa sconvolgente: c’è un freddo enorme, non può sentirti nessuno nemmeno se urli; è come trovarsi completamente indifesi in mezzo a un turbine di vento fortissimo dalla provenienza imprevedibile.
A Bologna poi, c’è la chiesa del Corpus Domini con la cappella di Santa Caterina: vi si trova la santa, seduta, che ti guarda negli occhi, con il corpo ‘miracolosamente’ incorrotto dal 1400. Un luogo ultimamente poco conosciuto ma a me molto caro. E sicuramente molto ‘wunder’!