Mi ha sempre affascinato la scrittura di Patricia Highsmith, leggere i suoi libri e le sue storie è un dolce entrare nell’oscura umanità. A mio avviso dovrebbe avere un posto di maggior rilievo sugli scaffali delle librerie, ma in fondo io chi sono? Quando ho pensato a un tema per la rivista, che avesse a che fare con gli animali, ma anche con l’incoscienza con cui ci comportiamo ogni giorno in qualsiasi ambito, noi esseri superiori, non ho potuto che ricordare questa serie di racconti letta tanti anni fa. E mentre ci ripenso credo che mai scelta fu più azzeccata, oggi che tutti siamo diventati giudici e all’occorrenza anche carnefici, animati da uno spirito scuro, nero e vendicativo, che tiene in poco conto la realtà oggettiva, in cui a ogni azione corrisponde una conseguenza. Non vediamo che la nostra verità, i nostri interessi e in base a quelli agiamo e condanniamo, ma la terra per fortuna è rotonda, proprio come le nostre minuscole esistenze.
Così, oggi propongo questo numero, che purtroppo non rende omaggio a ognuno dei bellissimi racconti di questo libro, ma soprattutto a ognuno dei suoi personaggi, giustizieri di noi bipedi prepotenti e stolti, ciechi e sordi a tutto ciò che non ci conviene, frutto di una strana miscela genetica che ci ha resi miserabili.
Ognuno dei racconti si può leggere anche al contrario: per ognuno ho immaginato un articolo di giornale che narrasse il fatto dal punto di vista umano, e ancor più ho sofferto del silenzio della verità. E non è sempre così? Non sta diventando ogni giorno sempre di più così? Non è forse vero che l’ignoranza, la prepotenza, il potere, ma soprattutto la stupidità e la mancanza di principi, manipolano la realtà a loro favore anche quando sembra assurdo che lo facciano? Ma io non sono giudice, né voglio esserlo. Non approvo la vendetta, anche se giustificata. Molti anni fa ho deciso che la giustizia esiste, divina o meno che sia, ma che non ha il nostro senso del tempo, perché abitiamo una realtà infinita. Mi limito quindi a cercare di fare del mio meglio e a lasciare la giustizia nelle mani di chi di dovere.  Ma se leggo e mi diverto leggendo un libro in cui un umano viene ripagato con la sua stessa moneta, non sto facendo niente di male, vero? Non è sbagliato proporre una lettura che offre un punto di vista diverso, per non dire opposto, giusto?
Questo numero è dedicato a tutti gli animali protagonisti di questo libro, e anche a qualche umano. È dedicato a Felice e a tutti i cagnolini, gattini e altri esseri viventi che vengono maltrattati ogni giorno, e per i quali una speranza esiste, deve esistere! È dedicato alla grande Patricia Highsmith che scrive divinamente e sfido chiunque a dire il contrario!
Mi auguro anche che una volta finito di sfogliare la rivista andiate in libreria a ordinare una copia di DELITTI BESTIALI.