Io sono nato con la passione per gli oggetti, ed è esplosa quando nel 1967 – ero un ragazzino di diciotto anni – lavorai nei primi due film di Pupi Avati. Penso che sia stato il destino, un giorno stavo passando da via del Porto in centro a Bologna e stavano girando un film. Mi avvicinai e vidi una sedia con sopra scritto il mio nome e mentre ero lì che riflettevo sulla coincidenza arrivò mio padre che mi riconobbe e mi abbracciò. Io non sapevo che mio padre facesse l’attore, non lo vedevo da anni, con mia madre erano divorziati e io avevo litigato con lui. Mi chiese cosa stavo facendo e io in quel momento lavoravo a Rimini dove facevo delle insegne, allora si facevano una a una, a mano, non come oggi, ma era un lavoro un po’ così, e lui mi disse che a settembre forse avrebbero girato un film e mi avrebbe messo dentro alla troupe. Questo è stato il mio colpo di fortuna, ho iniziato così. Mi affiancarono a uno scenografo che mi mandava in giro dagli antiquari a prendere della roba. Facevo un po’ di tutto e l’ho fatto per due anni. Poi Avati si è trasferito a Roma, i suoi film non avevano avuto successo, e io ho iniziato a seguire la passione per l’abbigliamento. Creai la mia azienda dove realizzavo i miei modelli e li vendevo. Poi nel 1969 ho aperto un negozio di abbigliamento usato, il primo negozio vintage in Italia, e ho avuto un grande successo. Venivano da me tutti i cantanti… Dalla, De Gregori, la Berté, Renato Zero… da lì è iniziata una carriera che nemmeno io avevo previsto. Qualche anno dopo Avati mi venne a cercare perché aveva un problema con un costume per Mariangela Melato e io gliel’ho risolto. L’anno dopo mi chiamarono chiedendomi di fare i costumi per un film e io accettai, perché sono un po’ così, accetto sempre le sfide. Anche come costumista ho avuto un grande successo, ma allo stesso tempo avevo già il gusto per i mobili antichi e collezionavo giocattoli, così un bel giorno abbandonai il costume e l’abbigliamento per dedicarmi solo al cinema e alla raccolta di questi oggetti. Nel 1976 creai Polvere di Stelle, il primo negozio arredato con mobili antichi che fece scoppiare un’altra moda e io iniziai ad arredare negozi e case. Presi una falegnameria e creai una piccola aziendina di arredamenti. Poi sono arrivato in questo capannone, di duemila e duecento metri quadri. pieno dei miei oggetti che amo tutti, li ho comprati e scelti uno a uno. Con loro mi piace creare delle storie e delle atmosfere, ed è stato lavorando nel cinema che ho imparato a crearle. Io il cinema l’ho sempre amato e lo amo tuttora. A casa ho un cinema vero e quando ho un attimo di tempo guardo film, vecchi e nuovi… e poi me li riguardo. Lavorando nel cinema ti ci appassioni, perché è un mondo fantastico, un sogno. Ho collaborato con moltissimi registi ma adesso sono stanco, sono dieci anni che non mi muovo più e collaboro solo con il noleggio. Da Roma vengono qui a scegliere i pezzi. Ho avuto una bella vita, ho fatto quello che mi è piaciuto e ho sempre lavorato divertendomi. Nella vita ho fatto di tutto, mi piace lavorare e penso che morirò lavorando, perché non sono capace di stare fermo. Non ho scelto quello che sono e sono stato, non mi piaceva andare a scuola e ho smesso di studiare, ho sempre letto molto ma solo quello che mi piaceva. Non lo so se sono un collezionista, amo i particolari, continuo ad acquistare anche se molto meno perché non ho eredi e non so a chi lasciare tutta questa roba, così adesso acquisto solo cose molto particolari. Sono attratto da mille cose e mi piace cambiare, variare. Vivo in una torre medievale del 1197 nella bassa bolognese. Avati mi ha insegnato che la bassa era la terra in cui una volta i nobili andavano a passare l’estate, perché la bassa è meravigliosa e ha delle atmosfere meravigliose. La mattina quando esco incontro la gente come quella dei paesi di una volta, incontro le lepri e i fagiani, la nebbiolina… Io in città non ci vivrei mai. Non mi piace il centro, il parcheggio, il caos e l’aria sporca… una volta ero sempre a Bologna, ma questa globalizzazione ha rovinato tutto, è tutto in mano a gente non educata, è tutto pieno di sporcizia. Io amo i vecchi negozietti, il vecchio calzolaio, il macellaio di una volta. Io non ci vado al supermercato, entrare in quei baracconi mi angoscia e penso a com’era bella la vita cinquant’anni fa, senza tutti questi supermercati… in centro c’era solo la bella gente. Io vivo nel passato e la sera per tornare alla mia torre faccio le strade di campagna, senza incontrare un semaforo, rilassato.
Steno Tonelli è il proprietario di Globe Theatre, un capannone di 2200 metri quadri a Funo Argelato di Bologna, stracolmo di storie e di storia, dove potrete visitare una farmacia di una volta, vedere una vecchia collezione di giocattoli o gli attrezzi e i manifesti del cinema del passato. Un luogo in cui ogni angolo è occupato da un ricordo che andrebbe rispolverato.
Globe Theatre – via di Saliceto 8, Funo di Argelato (Bo) globetheatre.it