DOCTOR SARAH SITATI

UNA COSA ALLA VOLTA

di Lina Vergara Huilcamán

Foto © Lina Vergara Huilcamán

Foto © Lina Vergara Huilcamán

“Sono un’oftalmologa pediatrica del Sabatia Eye Hospital in Kenya. Quando arrivai in questo ospedale nel 2011, ero solo un’oftalmologa che voleva prendere un’altra specializzazione, ma presto scoprii che mi piaceva molto la clinica pediatrica, forse sorpresa sin dall’inizio dalla grande quantità di bambini con problemi agli occhi che arrivavano. Così, scelta la mia specializzazione, venni preparata velocemente dal Dottor Ollando per operare le cataratte, e nel 2012 insieme operammo 250 bambini. Nel 2013 entrambi partimmo per un’ulteriore specializzazione, e al nostro rientro i numeri erano esplosi. Si era diffusa la voce nella regione, persino i nostri colleghi delle regioni vicine ci mandavano bambini da operare. Credo che a generare il cambiamento sia stato il fatto di assegnare alla Clinica Pediatrica uno spazio all’interno dell’ospedale, e organizzarci fissando un giorno alla settimana in cui operare, ma soprattutto il fatto di agire in modo attivo e costante, preparando molta gente a viaggiare nella regione, recandosi anche nei centri abitati remoti, per parlare di cataratta: come prevenirla, come curarla e come identificarla. Prima del 2013 operavamo soltanto e poi insistevamo per rivedere i pazienti e così controllarli; adesso ci siamo organizzati per farli seguire da altri dottori più vicini. I buoni risultati ottenuti hanno fatto circolare la voce e ci arrivano sempre più pazienti. CBM ci sostiene nel programma, anche con un altro programma chiamato Seeing is believing (vedere è credere) specifico per bambini. Il Sabatia Eye Hospital esiste da vent’anni, e CBM è uno dei principali partner sin dalla costruzione dell’edificio. Nel corso degli anni le loro modalità di sostegno sono cambiate: all’inizio cercavano e pagavano dottori per venire in Africa perché noi non avevamo abbastanza medici, e ci supportavano al 100%; adesso ci incoraggiano a essere più autosufficienti, assegnando un budget all’ospedale e lasciando a noi locali la gestione e l’organizzazione del programma. Questo ci permette di riflettere su ogni cosa, soprattutto su come ripartire i fondi, ed essere così più indipendenti. In compenso però CBM ha esteso il supporto non solo finanziando la chirurgia dei pazienti, ma anche gli occhiali che dovranno indossare, l’assistenza agli ipovedenti e la loro integrazione scolastica. Adesso i bambini che abbiamo operato tornano da noi per gli occhiali e per ricevere istruzioni su quali scuole frequentare, ed è bello! Ci sono 1,4 milioni di bambini ciechi in tutto il pianeta e il 90% vive nei paesi del Sud del mondo.”                 
Dott.ssa Sarah Sitati

Ho incontrato Sarah al BLIND DATE, concerto organizzato da CBM Italia a Torino il 14 novembre. L’ho trovata appartata con ILLUSTRATI #BLIND in mano e mi ha detto che apprezzava la rivista e che le avrebbe fatto piacere riceverla. Alla fine del concerto un sostenitore CBM tra il pubblico, che aveva partecipato a un incontro con Sarah nel pomeriggio, ha chiesto ad alta voce che salisse sul palcoscenico per ringraziarla. Il giorno dopo abbiamo pranzato insieme a Bologna per registrare queste poche righe prima del suo incontro con gli studenti della International School of Bologna. Vorrei però chiudere descrivendo brevemente la mia immagine preferita di questo incontro con una donna intelligente e curiosa, aperta al mondo, che si trovava per la prima volta in Italia e che mi ha chiesto se tutti quegli africani che abbiamo incrociato in centro stessero chiedendo l’elemosina. Che mi ha parlato dell’Africa come di un luogo diverso da quello che sono abituata ad ascoltare. Una donna con la quale da subito ho instaurato un rapporto di amicizia con una di quelle conversazioni femminili anche intime, che nella mia esperienza ho avuto spontaneamente solo con persone che abitano o hanno abitato in Paesi in via di sviluppo, come li chiamano qui, chiacchiere che non trascriverò…
È stato in Piazza Maggiore. La piazza ancora sporca della nevicata del lunedì prima, il cielo grigio, Sarah vestita di bianco e sorridente, bianco anche il sorriso, con l’orologio del municipio alle spalle. Mi ha detto: “Quando vivi in Europa, o in America, credi di poter salvare il mondo, fino a che non arrivi in Africa e ti rendi conto che è impossibile. Quando in Africa invece ci vivi, come me, capisci che non puoi fare tutto, ma solo una cosa alla volta. Io ho adottato una bambina di sei mesi che adesso ha cinque anni; in Kenya per i locali è molto semplice adottare un bambino e ce ne sono davvero tanti da aiutare. Inoltre sostengo l’educazione di altri tre bambini che non vivono con me. Non posso aiutare tutti, ma qualcuno sì.”

NOTA: Il 14% della popolazione mondiale vive in Africa. Su circa un miliardo e duecento milioni di abitanti, 4,8 milioni sono ciechi e 16,6 milioni ipovedenti, una proporzione molto elevata se paragonata agli altri continenti. L’80% dei casi è prevenibile o curabile. Le principali cause di cecità in Africa sono cataratta, glaucoma, tracoma e cecità infantile (dovuta al deficit di vitamina A). La cataratta è la principale causa di cecità nel mondo, ed è la graduale opacizzazione del cristallino, lente naturale dell’occhio, che impedendo il passaggio della luce porta progressivamente alla perdita della vista. È soprattutto una conseguenza dell’invecchiamento, ma anche l’eccessiva esposizione ai raggi solari e la malnutrizione spiegano il numero elevato di persone affette da cataratta in Africa. L’unica terapia è l’intervento chirurgico, ovvero l’asportazione del cristallino opaco e la sua sostituzione con una lente artificiale. L’intervento ha un costo relativamente basso ed è di elevata efficacia, ma non è alla portata di tutti, così come non lo sono l’informazione necessaria a prevenirla e curarla e l’accesso alle strutture in cui operarla.