Massimo Maggio

CBM Italia Onlus

di Lina Vergara Huilcamán

Uno degli obiettivi fondamentali di CBM è l’inclusione, che significa stare, essere insieme. Con il mio lavoro di Direttore di CBM Italia Onlus(1), ho potuto visitare e conoscere le scuole inclusive, ovvero scuole dove bambini con disabilità stanno con bambini senza disabilità. Ma si può dire bambini con disabilità? Tutti abbiamo le nostre disabilità, fisiche o psicologiche o emotive, quindi dovremmo dire bambini con alcune disabilità e bambini con altre disabilità, che stanno insieme. Con il mio lavoro ho visto scuole inclusive (in cui i bambini stanno tutti insieme) e scuole speciali (intere scuole solo per bambini con disabilità), ho visto anche scuole in cui tutte le classi sono per bambini senza disabilità e una sola classe speciale per tutti i bambini con disabilità separati dagli altri, e la differenza tra queste scuole è davvero tanta! Nelle scuole inclusive c’è accoglienza, l’accoglienza significa anche inclusione, e l’inclusione è bidirezionale, è un passaggio di conoscenze ed esperienze da un bambino all’altro. L’ha spiegato bene una signora che ho incontrato e che mi ha detto ridendo, felice, tutta contenta: “Quando i bambini stanno insieme è molto di più quello che imparano, si crea sinergia, si crea una grande forza”. Noi come CBM sosteniamo molte scuole che sono o vogliono essere inclusive, scuole che vogliono dare ai loro bambini, a TUTTI i loro bambini, la possibilità di affrontare il futuro, insieme.
Un processo come quello dell’inclusione passa necessariamente dall’educazione e quindi la creazione delle scuole, ma è fondamentale costruire un tessuto che ne permetta la creazione, e non solo nei Paesi più poveri, l’educazione e la sensibilizzazione sono necessarie anche nelle nostre scuole, credo ci sia bisogno di parlare di disabilità e di inclusione, di sensibilizzare a tutti i livelli partendo dai più piccoli. Per questo ho voluto fortemente la rivista Occhiolino(2) e il progetto Apriamo gli occhi(3).
Come CBM preveniamo e curiamo la cecità evitabile nei Paesi poveri del Sud del mondo, ad esempio andiamo nei villaggi africani e nei principali punti di incontro con gli altoparlanti e comunichiamo il giorno in cui organizzeremo delle visite oculistiche gratuite per chiunque abbia problemi agli occhi o pensi di averne. È un’esperienza meravigliosa! Nel luogo e giorno prestabiliti arrivano sin dalla mattina presto mille millecinquecento persone che si dispongono in fila e aspettano il loro turno di essere visitate, tutte vestite bene, con una dignità incredibile. E di tutte queste persone generalmente oltre il 90% hanno problemi seri agli occhi e senza il nostro intervento sarebbero diventate cieche. Non operiamo direttamente, ma solo con partner locali, diamo alle persone del posto la possibilità di lavorare nei loro spazi e con i loro medici, non possiamo intervenire direttamente poiché ci sono cose che forse non sappiamo nemmeno interpretare per la differenza culturale che è fondamentale rispettare. Andiamo e cresciamo insieme a loro, aiutiamo, diamo loro la possibilità di sviluppo.
Torno ora da un viaggio in Kenya dove ho assistito al miracolo di un bambino che dal buio della cecità è tornato a vedere. Incontrare questi bambini, chiedere loro cosa desiderano, ascoltarli chiedere di tornare a vedere bene... e poi poterli prendere per mano e con la jeep o gli autobus condurli negli ospedali dove abbiamo i partner locali di CBM che li opereranno... è una cosa incredibile. Sapere di riuscire a cambiare il mondo anche solo un pochino, forse migliorarlo, mi fa sentire bene. Quando arrivano in ospedale i bambini piangono, la sala operatoria fa paura a tutti, per l’ago, l’anestesia, ma poi c’è il miracolo del giorno dopo quando tornano a vedere di nuovo, quando aprono gli occhi iniziano a sorridere e la prima cosa che fanno è guardarsi le mani, qualcuno si conta le dita... una bambina sudamericana in un altro viaggio quando l’hanno sbendata ha detto alla mamma: “ma io ti vedo... Ma io ti vedo”.
Con tutte le associazioni nazionali CBM nel mondo, insieme, definiamo la strategia globale del progetto da seguire, partendo da questa idea di fondo si sviluppano i progetti nel mondo e definiamo gli ambiti di interesse particolari di ogni associazione. Noi come CBM Italia adesso, tra le tante cose, stiamo sviluppando un septic department, un reparto infettivi nell’ospedale Corsu a Kampala in Uganda. Quattro anni fa ero andato in questo ospedale dove lavora un medico italiano, uno dei pochi medici CBM, che mi confida di avere un grande sogno: creare un reparto infettivi per i bambini affetti da osteomielite. L’osteomielite è un’infezione gravissima dell’osso, è molto comune tra i bambini che giocando scalzi si feriscono, ed è fortemente contagiosa, per questo è necessario isolare i bambini che hanno questa malattia. Guarirli è complesso, bisogna prendere un osso sano, vascolarizzarlo, inserirlo nella parte mancante e l’osso si rigenera con l’aiuto di estensori, e in un anno piano piano il bambino ha la gamba completamente sana e torna a camminare. Sono tanti i bambini che hanno questo male, e ne salviamo tanti, ma hanno bisogno di una degenza di un anno. In questo ospedale si è creata una piccola scuola sponsorizzata dalla Brussels Airlines, e c’è anche un piccolo parco giochi e una specie di ostello dove stanno le mamme. È un ospedale ma con dentro una piccola comunità di persone che a volte vivono molto lontano e per le quali il costo del viaggio è insostenibile e devono quindi restare. Tornato a casa, per anni ho pensato al sogno di questo dottore, fino a che non ho trovato i fondi da una fondazione, più di un milione di euro, e a novembre prossimo inaugureremo il primo reparto infettivi di tutta l’Africa subsahariana.
Ho sempre lavorato per il mondo del no profit, e ho avuto la fortuna di vivere per un lungo periodo della mia vita a contatto con il mondo francescano, i frati, e questo mi ha permesso di interpretare alcuni punti forti del pensiero di Francesco come l’accoglienza e la letizia che poi ho riportato nel mio lavoro. Per noi di CBM è importante vivere il nostro quotidiano con letizia, non è facile il nostro lavoro, ed è solo con letizia che riusciamo ad affrontare una situazione difficile con un bambino che non ha futuro perché non vede o ha il piede torto, cercando di mantenere il sorriso nell’affrontare tutto questo, e mantenendo la positività per continuare a lavorare e vivere. Una delle cose belle del nostro lavoro è che interveniamo soprattutto sulla disabilità evitabile, il nostro intervento cambia davvero la vita: prima non ci vedi e poi ritorni a vedere, prima hai il piede torto e poi cammini. Quante volte abbiamo avuto bambini di cui dicevano: “Questo bambino non impara!”. Per forza non impara, non ci vede... quando torna a vedere bene impara.
CBM opera nei Paesi del Sud del mondo in stretta collaborazione con i partner locali. Nel 2016 CBM ha assistito 28.300.000 persone.
Nell’aprile scorso, durante la Fiera di Bologna ho conosciuto, tramite la Fondazione Sarmede, CBM Italia Onlus e il suo direttore Massimo Maggio, ed è proprio a causa di questo incontro che è nata l’idea di dare vita al tema di questo numero della rivista. Io sono una che non sa nulla di ONG o Onlus, e tanto meno di cecità, di inclusione, ma soprattutto di accoglienza e di letizia. Sono la classica donna che sorride, se sorride, e dice che non ha tempo di fermarsi ad ascoltare quello che hanno da raccontare i vari volontari per strada. Sono un’indifferente anche un po’ ignorante, ma il destino pare abbia voluto che io invece mi fermassi e imparassi, forse nel futuro ad accogliere con un sorriso.

(1) CBM, o Christian Blind Mission, è la più grande organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella prevenzione e cura della cecità e disabilità evitabile nei Paesi del Sud del mondo, un’organizzazione senza scopo di lucro attiva dal 1908 per assistere, curare, includere e dare una migliore qualità di vita alle persone con disabilità che vivono nei Paesi più poveri. CBM è una famiglia di 11 associazioni nazionali – Australia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Kenya, Nuova Zelanda, USA, Sudafrica e Svizzera – che insieme sostengono progetti e interventi di tipo medico-sanitario, riabilitativo e educativo.
(2) il primo giornalino di una ONG per i bambini che parla di disabilità in modo semplice, e che racconta come vivono i bambini ciechi e con disabilità nei Paesi del Sud del mondo.
(3) un progetto didattico di CBM Italia Onlus dedicato alle classi II, III e IV delle Scuole Primarie, statali e non statali, di tutta Italia, finalizzato a sensibilizzare i bambini tra i 7 e i 9 anni sull’importanza della vista e sulle condizioni di vita delle persone con disabilità visiva nei Paesi del Sud del Mondo. CBM Italia Onlus fornisce gratuitamente alle scuole aderenti guide e quaderni didattici per insegnanti e alunni, e realizza in classe laboratori sensoriali condotti da propri esperti, anche non vedenti. Per l’anno scolastico 2017/2018 il progetto si rivolge alle scuole primarie di 13 regioni: Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia.

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