Editoriale

di Lina Vergara Huilcamán

#BLIND per la cecità in cui viviamo. per la capacità di osservare e analizzare che abbiamo perso. siamo diventati la pipa di Magritte. non siamo che immagini. fotografie scattate da qualcun altro. è stato deciso per noi. chi è bello. e chi è brutto. siamo fotografie bidimensionali e distanti. che non raccontano la superficie della nostra pelle. l’incavo dei nostri occhi. lo spessore delle labbra. la dolcezza delle spalle. il segno della storia sulla nostra carne. siamo diventati sfondi. paesaggi. belli e uniformi. senza increspature. immagine di noi stessi. abbiamo perso la nostra fisicità. personalità. carattere. e bellezza. per omologarci a un ideale estetico senza profondità. un’illusione. siamo solo sagome di una fotografia di gruppo a cui forse non è vero che apparteniamo.
durante la documentazione necessaria alla realizzazione di questo numero di #ILLUSTRATI. che si deve al fortunato incontro con CBM Italia Onlus. ho riscoperto la realtà attraverso il buio. ho potuto reinterpretarla attraverso gli occhi oscurati delle persone che insieme a Roger Olmos abbiamo incontrato e intervistato. ho potuto approfondire inquietudini che da sempre mi accompagnavano. ed è sorto spontaneo chiedermi. cosa accadrebbe se invece di guardarci ci toccassimo? o fossimo toccati? sfiorati. tastati. palpati. accarezzati. maneggiati. abbracciati. annusati. leccati. baciati? la nostra fotografia svanirebbe per lasciare il posto a un corpo tridimensionale palpabile. senza trucco. senza segreti. in cui ogni piccolo dettaglio parla di sé. del suo stato d’animo. della sua storia. della storia della sua famiglia. di ciò che mangia. e ciò che non mangia.
con questo tema mi propongo di porre l’attenzione su quanto sta dietro al mio obiettivo. e non solo davanti. per guardare. osservare. capire e quindi agire su una dimensione a trecentosessanta gradi. forse settecentoventi... millequattrocentoquaranta... a partire dalla visione. o cecità. abito un mondo in cui la vita e le necessità sono diverse per ognuno di noi. un mondo in cui cose che do per scontate non ci sono sempre per tutti. a partire dai non vedenti che ogni giorno incrocio per strada senza essere mai andata oltre il chiedermi se riusciranno o meno ad attraversarla. fino alle persone che diventano cieche solo perché nel loro mondo. poco distante dal nostro. la parola povertà assume un significato profondo e senza speranza. vorrei migrare DAL BUIO del mio ignorare ALLA LUCE di quello che sarà il mio vedere e comprendere. cecità non significa solo non poter vedere. ma anche non volere.
grazie CBM. per avermi fermata in fiera a Bologna. per avermi introdotto alla realtà dei non vedenti in Italia. e soprattutto nel resto del mondo. per avermi parlato di inclusione. parola molto vicina a empatia. grazie Roger per avermi accompagnata in questa avventura. grazie a tutti gli illustratori che hanno reso possibile questo numero. e soprattutto a Ana Juan. Pietro Sedda. ancora Roger Olmos. Giulia Pintus. Akab. Arianna Papini. François Roca. Claudio Romo. Dilka. Marco Palena. che hanno realizzato un’illustrazione apposta per questo numero. e grazie anticipate a tutti quelli che vorranno approfondire. insieme a me. nei prossimi mesi questa nuova dimensione. ho detto prossimi mesi?