Cesare Picco

Blind Date

di Lina Vergara Huilcamán

CONCERTO AL BUIO.
“Sono otto anni ormai che eseguo questo concerto, e mai come ultimamente ogni volta che lo affronto mi rendo conto di quanto riesca a essere profondo e veramente catartico in me l’arrivo della luce. I primi anni ero molto più concentrato sulla discesa e arrivo al buio, perché in questa ricerca era il primo gradino da affrontare.
Tutta questa idea è nata presentandomi in un concerto privato, avevo chiamato venti amici e mi ricordo che la cosa da subito ha preso una piega molto tosta, ma quando nel 2012/2013 sono andato in India con CBM, e ho vissuto in prima persona, con ogni millimetro della mia pelle e del mio sangue, la metafora che ha questo concerto se unito a CBM e a quello che rappresenta, è cambiato tutto. È scattata una molla diversa che sto vivendo tuttora: il concentrarsi sul momento dell’arrivo alla luce. Ogni volta che affronto questo percorso, quando sento il pubblico che reagisce, ho veramente uno scatto di grandissima pienezza e sento di avere in mano tutto il teatro. È la cosa più incredibile, questa palla di energia che unisce tutte queste persone che seguono semplicemente la musica, per me questa è la magia di questa metafora.
In Colombia ho conosciuto questo vecchio che chiamavano Taita che diceva che se noi dovessimo pensare di vivere solo nella luce in realtà saremmo ciechi, perché il bisogno di vedere le tenebre e di affrontarle è l’unico modo di vivere la luce. Se c’è una cosa che ho imparato da questo concerto e dalla collaborazione con CBM, è che per me ormai le tenebre sono diventate una necessità dal punto di vista musicale. Da musicista considero il buio un’opportunità come il silenzio lo era per John Cage, e probabilmente dopo tutti questi anni, anche per me in realtà, così come il silenzio non esiste, non esiste neanche il buio. È una condizione fisica, e per noi che siamo per fortuna vedenti è un campo in cui si può vedere e capire con altri occhi.
La collaborazione con CBM è fondamentale, come pensiero, come amore. Quando conosci CBM, e capisci quello che fanno ogni giorno, comprendi che il BLIND DATE è la trasposizione naturale del loro operato. Sono andato in India con loro, dove hanno una presenza molto importante, mi hanno portato in questo stato piccolissimo verdissimo e meraviglioso, il Meghalaya, dove c’è questa città, Shillong, con questa donna meravigliosa che è diventata cieca durante l’adolescenza e che ora è un riferimento in India perché ha cambiato completamente l’educazione integrando un 50% di studenti con disabilità, facendo della Bethany School un esempio da seguire. È stato un bel viaggio, emotivamente sono cambiato moltissimo se non del tutto, grazie alla conoscenza di questo mondo. Vorrei sottolineare che CBM non racconta il mondo dei non vedenti, ma quello delle persone che tornano a vedere.
È una situazione in divenire verso la luce, un cammino che ti conduce verso la luce, non stiamo indagando un mondo chiuso e finito, ma una porta aperta.
Questo concerto dal punto di vista musicale mi interessa perché il buio ti mette di fronte all’incapacità di stare in contatto con te stesso, non siamo più abituati a stare da soli dieci minuti con noi stessi. Ti devi ripulire, devi avere la forza di fare questo passaggio, non me ne frega niente se il pubblico apprezza come suono, mi interessa fare vivere questo passaggio nel buio che poi porta alla luce. Ogni volta mi rendo conto che è la musica che tiene legato tutto, e da musicista dico che la musica riesce a riprendersi il suo potere benefico, perché da spettatore ti appendi al suono e si aprono a quel punto delle immagini tali che sono un regalo, per me.
Ormai ho una casistica notevole delle diverse reazioni del pubblico, nel senso che c’è quello che non gliene frega niente, quello che piange, che ride, che dorme, quello che ha le visioni, uno mi ha detto di aver visto aurore boreali... è meraviglioso, una sorta di luogo collettivo dove può succedere di tutto. Durante il BLIND DATE tutto ciò che hai intorno, le persone, il teatro, persino il pianista, scompare! Non esiste più niente, non esisto nemmeno più io e il fatto di scomparire in quest’era dell’immagine, il fatto di calarti nel buio, dove non hai scampo, ci sei solo tu, senza cellulare, per mezz’ora della tua vita, costituisce un’esperienza unica. Il percorso è esclusivamente personale.”

Il BLIND DATE – Concerto al Buio, concepito nel 2009 dal pianista di fama internazionale Cesare Picco, si basa su una semplice e magica formula: LUCE – BUIO – LUCE. Una morbida penombra accoglie in sala gli spettatori e, una volta iniziato il concerto, le luci calano lentamente, fino a raggiungere il buio totale e poi ritornare gradualmente alla luce iniziale. La capacità comunicativa dell’improvvisazione musicale per pianoforte di Cesare Picco, unita al viaggio sensoriale dentro il buio assoluto, fa di questo concerto un evento unico che stravolge l’uso comune dei sensi portando il pubblico a perdere i propri abituali punti di riferimento e a recepire meglio altre sensazioni, a sperimentare nuove condizioni di ascolto. Il BLIND DATE – Concerto al Buio è un’esperienza che esprime appieno la mission di CBM Italia Onlus: riportare la luce nelle vite delle persone cieche che vivono nei Paesi del Sud del mondo.

LE PROSSIME DATE DEL BLIND DATE NEL 2017:
13/14 ottobre: Conservatorio Giuseppe Verdi, Milano | 24 ottobre: Teatro Duse, Bologna | 26 ottobre: Teatro Sociale, Como | 9 novembre: Teatro Sociale, Sondrio.
Tutte le serate sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria e donazione consigliata, a sostegno dei progetti di CBM per la prevenzione e la cura della cecità e disabilità nei Paesi del Sud del mondo. Per informazioni e prenotazioni visitare il sito www.cbmitalia.org/blind-date/tour o chiamare il numero 335 15 05 452.