Inizierò questo racconto dalla fine, ovvero dall’ultimo memorabile momento che ho vissuto nel Paese della Fiaba, nel luogo che meglio di ogni altro mi ha rivelato lo spirito del protagonista della storia che vi sto per raccontare. Un punto finale per iniziare la storia, perché ho pensato che per prima cosa bisogna entrare nella scena, come se fosse un film: un piccolo water bianco circondato di affreschi, di aria, di verde, di archi e di pietra si affaccia sui dolci colli di Sàrmede. Non ci sono finestre, né porte. Solo arte e natura. Libertà. Per un attimo ho immaginato di essere sola, seduta a guardare l’alba fresca e a pensare, immaginare in tutta calma e serenità, con la brezza tra i capelli e tra le gambe...
Štěpán Zavřel (Praga, 26 dicembre 1932 – Sarmede, 25 febbraio 1999) fuggì dalla Cecoslovacchia nel 1959 per problemi politici e dopo un lungo girovagare sia in Italia, a Roma, sia ovunque in Europa, approdò tramite conoscenze a Rugolo di Sarmede nel 1968, dove si innamorò di una casetta di contadini. La gente all’inizio lo guardava con sospetto perché era straniero e vestiva in modo strano, sempre disordinato, con i maglioni pieni dei colori della sua pittura, vestito a strati per il freddo perché la casa era vecchia e aveva solo il fogher (focolare). In più aveva una macchina tenuta su con il fil di ferro, e la gente si chiedeva chi fosse, forse un profugo, forse una spia... Sarmede allora aveva meno abitanti di adesso, specialmente nella zona di Rugolo e Montaner in molti erano andati all’estero a lavorare, e in quegli anni trovarsi uno come lui in paese era un po’ strano. Zavřel però era un artista speciale, e nella piccola comunità di Rugolo, dove tutti gli abitanti erano persone molto semplici, piano piano tutti divennero suoi amici. Era credente e praticante, andava tutte le domeniche a messa, e amava la tradizione che cercava con tutti i mezzi di preservare, mostrandone e celebrandone il valore a tutti, soprattutto quella contadina. Erano gli anni in cui il fogher era visto come un simbolo di povertà, e veniva sostituito volentieri con le cucine nuove, ma attorno al suo, ancora oggi integro, si riunivano tutti i tipi di persone. C’erano sempre persone importanti mescolate a quelle semplici, e lui trattava tutti allo stesso modo. Faceva di tutto, persino il muratore, e la casetta che aveva comprato al suo arrivo col tempo divenne più grande e si riempì di archi perché amava l’arte bizantina. Zavřel era sempre affabile, allegro e incitava i giovani a lavorare, tutti a casa sua erano benvenuti, e a casa sua era sempre festa, ragion per cui era molto frequentata e la gente si avvicinava spontaneamente, ma tutti dovevano fare qualcosa a seconda delle proprie capacità: sistemare i muri, dipingere, cucinare, curare l’orto, cantare. Era una persona fuori dagli schemi, spontanea.
L’idea della Mostra Internazionale di Sarmede fu sua, ed ebbe inizio nell’estate del 1983, durante i festeggiamenti del giorno dell’Assunzione, la sagra del 15 agosto, che adesso non si fa più. In quell’occasione si era allestita una mostra fatta delle opere di tutti i suoi amici illustratori e artisti, una bella mostra d’arte. Nacque come occasione unica, ma Leo Pizzol, alcuni amici e Wanda Dal Cin si organizzarono e lavorarono per riproporla in modo continuativo ma spostandola nel periodo autunnale. Fu così che divenne ciò che è oggi: una mostra di illustrazione con una grande attenzione ai libri da cui erano state tratte le opere esposte, perché i libri erano importanti per Zavřel, egli voleva che ogni bambino avesse un legame con i libri, non dovevano guardare la televisione, ma toccare, leggere, raccontare i libri. Zavřel andava sempre nelle scuole a fare letture e laboratori, fu così che nacquero anche le visite guidate per i bambini e le scolaresche. L’idea di creare la mostra nasce dalla volontà di fare interagire i bambini con l’arte e la lettura, l’illustrazione. Creare una mostra intinerante e una libreria per i bambini per invogliarli a leggere. La mostra oggi è tematica, ha sempre un Paese ospite, l’anno scorso era il Cile, quest’anno sarà il Giappone. Rinnovandosi ogni anno e cercando di portare la novità, è una proposta non solo visiva ma anche culturale, un arricchimento per i bambini che così conoscono usi e costumi di altri Paesi. Oggi la mostra e i laboratori per i bambini hanno luogo ne La Casa della Fantasia, data dal Comune. Ogni anno passano oltre diecimila bambini che vedono la mostra e partecipano ai laboratori, sono i bambini locali ma anche quelli delle scuole della regione, e la libreria è molto visitata.
Zavřel era il direttore artistico, ogni anno andava a Bologna con Pizzol, Dal Cin e gli altri, all’epoca non avevano uno stand come oggi, e i volontari – perché tutto è dovuto al lavoro disinteressato ma costante di un gruppo di persone di Sarmede che hanno amato questo straniero, le sue illustrazioni e le sue idee – giravano tutti gli stand cercando libri che portavano poi a far vedere a Zavřel, e lui decideva gli artisti e le illustrazioni che sarebbero andate in mostra. Conosceva tantissimi illustratori di tutto il mondo. La mostra negli anni è stata a Vienna, a Madrid, a Siviglia, in Francia... in Italia è andata a Siena ed è a Monza da vent’anni. Oltre alla mostra grande, la Fondazione organizza anche mostre più piccole che fa girare nei piccoli comuni, come quella di Pinocchio o una piccola mostra antologica.
Zavřel sperimentò tutte le tecniche nell’arte, persino l’animazione, e naturalmente l’affresco, iniziando prima a dipingere le case internamente e poi esternamente, finché con il progetto Luoghi di Fiaba, sostenuto dalla Comunità Economica Europea e dal Comune di Sarmede, diede vita a una serie di affreschi realizzati non solo da lui, ma anche da altri artisti, da Sarmede fino a Valdobbiadene, nella Pedemontana, nelle case private che hanno oggi la segnalazione. Gli affreschi di Zavřel sono circa una quarantina e sono anche in Francia, a Padova, in Sudafrica.
Nel 1989 fondò la Scuola di Illustrazione. Prima teneva le lezioni a casa sua, ma poi gli fu dato lo spazio del centro sociale di Rugolo che aveva una stanza grande. Oggi i corsi sono frequentati da circa 600 persone nell’arco dell’anno, tra corsi estivi e autunnali.
“Quando il 25 febbraio del 1999 morì” mi racconta Wanda, “andammo nel panico, avevamo perso la nostra guida e non sapevamo bene come fare, ma poi piano piano abbiamo continuato sulle sue orme, ci aveva insegnato tante cose e abbiamo creato la fondazione a suo nome. Zavřel ci ha lasciato una bella eredità: la mostra, i corsi, gli affreschi, è stato grazie a lui che Sarmede è diventato il Paese della Fiaba, e grazie a lui abbiamo una piccola economia, sono nati tanti bed and breakfast e ristoranti che vanno avanti con i corsisti, una piccola economia anche florida. È arrivato in questo paese e l’ha rivoluzionato! Era innamorato delle nostre terre e della nostra tradizione e incitava tutti a preservarla, è sempre stato un tradizionalista, voleva conservare le cose di una volta, ed era molto ben voluto. Ha tirato su una generazione di persone, molti illustratori che adesso fanno libri sono passati da qua. Cantava sempre Fin che la barca va... era il suo motto, andare avanti, continuare, non fermarsi mai, la cantava spesso, e noi ci abbiamo sempre creduto.”
Devo ringraziare Wanda Dal Cin per avermi raccontato questa storia, di cui ho trascritto quasi ogni parola, che mi ha portata a fare oggi quattrocento chilometri per vedere la casa di Zavřel, che Leo Pizzol è stato così gentile da mostrarmi mentre mi raccontava altri dettagli interessanti su questo personaggio. La casa è molto meglio di come me l’ero immaginata, gli archi non sono semplici strutture architettoniche, sono porte che portano nella fantasia, come quella del bagno panoramico con cui ho iniziato. Il fogher è la cucina più bella e accogliente che io abbia mai visto, mantenuta perfettamente dal nuovo proprietario, anche lui di Sarmede, sembra animarsi di spiriti che mangiano e bevono al bagliore del fuoco per mostrarmi come possa essere diversa la vita in un luogo come quello, anche solo in famiglia, senza festa. Alle travi pentole, padelle, bottiglie, scarpe. Ai muri ovunque affreschi. Ogni angolo un piccolo scenario, che si estende attraverso le finestre nel paesaggio soleggiato di questo luogo che non vede quasi mai la nebbia. Mi sono divertita a girare nel giardino, su e giù per svariati scalini di pietra, ad attraversare gli archi magici e guardare tutto sempre da nuove prospettive. Ho ritrovato di nuovo me stessa, come poco prima nel bagno, nella minuscola cappella seminascosta, completamente affrescata, dall’uscio senza porta e quindi spalancato alla fede, una piccola grotta artificiale, mistica e allegra. Pensare che a generare il Paese della Fiaba, con le sue casette affrescate che si affacciano sulla strada, il suo municipio anch’esso dipinto e decorato sia all’interno sia all’esterno, tutto preso e coinvolto dalla vicina Casa della fantasia che ospita ogni anno le illustrazioni di artisti di tutto il mondo, è bastato un uomo, uno straniero che tutto ha fatto tranne adeguarsi, ma al contrario ha coinvolto e motivato più di una generazione di persone del posto, al punto che ancora si ritrovano, festeggiano, e spontaneamente lo ricordano in quella che è stata la sua casa, mi riempie di entusiasmo e di allegria. Tutto è possibile in questo nostro mondo quando c’è l’amore, perché è stato l’amore di questo straniero per l’arte, la lettura e questa terra, che ha fatto partire la storia di questo piccolo paese che non ha più di tremila abitanti. Ho chiesto a Wanda e Leo come sarebbe stato senza Zavřel nelle loro vite, senza di lui a Sarmede, e non hanno saputo rispondermi, sanno solo che vogliono andare avanti e fare del loro meglio, con le poche sovvenzioni che ricevono perché lo Stato ha tagliato tutti i fondi.
BIBLIOGRAFIA DI STEPHAN ZAVŘEL: La storia del sale e dell’oro, Fondazione Mostra internazionale di illustrazione per l'infanzia Stepán Zavřel - Un sogno a Venezia, Bohem Press Italia - Il ponte dei Bambini, Bohem Press Italia - Il sole ritrovato, Bohem Press Italia - Il pesce magico, Bohem Press Italia - Il ladro di colori, Bohem Press Italia - L’ultimo albero, Bohem Press Italia - Nonno Tommaso, Bohem Press Italia - La città dei fiori, Bohem Press Italia - Sotto la laguna di Venezia, La Margherita edizioni - Il flauto del pastore, Arca edizioni - Il sale vale più dell’oro, Bohem Press Italia - La farfalla, Arka edizioni - In cammino con Dio (La Bibbia), AER edizioni ora in cerca di editore.
Un anno fa Sarmede ha accolto un altro straniero, Gabriel Pacheco dal Messico, “capricorno come Zavřel” precisa Wanda, “era stato ospite della 32esima mostra, all’epoca viveva a Buenos Aires ma a Sarmede sembra aver trovato le sue dimensioni e la tranquillità”. La Fondazione lo ha aiutato a fare i documenti, e oltre a partecipare alle riunioni e a dare indicazioni – ad esempio Il Simposio di Illustrazione del dicembre scorso è stato una sua idea – è anche il direttore della Scuola di Illustrazione, tiene i corsi.
È stato Gabriel a invitarmi al Simposio del dicembre scorso e grazie a lui mi sono decisa ad andare a Sarmede, senza di lui non avrei conosciuto la storia di Zavřel, e non avrei mai scritto questo pezzo, non avrei mai scoperto le meraviglie di una toilette en plein air, quindi l’ho chiamato e gli ho chiesto, a un anno dal suo arrivo, il suo punto di vista.