extraliscio1

Secondo Casadei è il Vivaldi del ’900: intervista a Enrico Gabrielli

di Michele Orvieti

Foto: Marco Gualazzini

Foto: Marco Gualazzini

Foto: Mattia Sarzi Madidini Foto: Obst und Gemüse

Enrico Gabrielli è uno dei giovani musicisti italiani più brillanti e trasversali. Classe 1976, ha una formazione accademica: diploma in clarinetto, studi di composizione con, tra gli altri, Salvatore Sciarrino e Alessandro Solbiati, numerose esecuzioni e registrazioni di musiche contemporanee.
Dal 2002 abbandona la musica accademica per darsi al “pionierismo compositivo” e quindi alla ricerca in ambito rock. Suonerà per 13 anni nei Mariposa (10 dischi) e farà parte di Afterhours, Calibro 35, The Winstons e della band di PJ Harvey (solo per fare alcuni nomi) per poi tornare alla sperimentazione con il progetto personale Der Maurer e l’etichetta discografica 19’40’’.
Ha sempre cercato di decontestualizzare le sue musiche: ha portato il rock nell’accademia (ad esempio con il progetto “Esecutori di metallo su carta” dove riesegue con un’orchestra da camera brani noise rock e math metal) e il liscio nei templi del rock con “L’Orchestrina di molto agevole”.
In quest’ultimo progetto ha messo assieme musicisti provenienti dal rock e dall’underground (Afterhours, Baustelle, Hobocombo…) per reinterpretare filologicamente i brani del liscio storico di Secondo Casadei, Carlo “Zaclèn” Brighi, Ferrer Rossi, Mario Cavallari, Giovanni D’Anzi e altri autori di musica da ballo e da balera del ’900.
E proprio dell’Orchestrina ci parla nella nostra intervista.
«“La simpatia. Cos’è la simpatia?”
Questa è LA domanda che mi sono fatto in relazione alla musica liscio romagnola, soprattutto quella del maestro Secondo Casadei.
Il concetto di simpatia è cosa che ha a che fare col “mettere in vibrazione le corde” (le “vibrazioni simpatiche” come quelle delle corde di un violino) ma si usa anche per dire un sacco di altre cose come “essere simpatici”, “piacersi a vicenda”, “mettersi in sintonia vicendevolmente”.
Nel caso del liscio la faccenda è ancora più complicata. Un esempio su tutti: quando si suona del liscio e tra il pubblico ci sono dei bambini, questi perdono completamente il controllo, si lasciano andare, ballano, iniziano a fare qualcosa di “tribale”, di istintivo. Al contrario gli adulti, spesso, tendono a trattenersi.
Il liscio è uno dei mondi musicali maggiormente ostracizzati e relegati, nel pensiero comune, all’idea di divertimento “anziano”.
Non è così: il liscio è una musica estremamente attuale ed efficace e, se suonata con la passione di un tempo, ha un significato popolare profondissimo. Secondo Casadei (il padre del liscio, nonché zio del noto Raoul) e Carlo Brighi (1853–1915, il “creatore” del liscio) andrebbero studiati nelle scuole, come parte della cultura più profonda della società italiana.
Io vengo dalla musica classica, dal conservatorio, e sono poi passato al rock per lavoro (oltre che per piacere). Cinque o sei anni fa ho per caso iniziato ad ascoltare un disco dell’orchestra “La storia di Romagna”, un complesso che si occupa di suonare il repertorio storico di Secondo Casadei, attenendosi alle versioni originali scritte in partitura. Ricordo che al primo ascolto pensai “eureka!”: al di sotto dell’estetica superficiale da “anziano” c’erano un mondo musicale e una scrittura musicale estremamente interessanti e stimolanti, di grande profondità.
Prima di mettere in piedi “L’Orchestrina di molto agevole”, cercai inizialmente di rivisitare questo liscio primigenio col mio storico gruppo chiamato Mariposa: realizzai uno strano gioco/pastiche ibridandolo con l’elettronica, il rock e la psichedelia. Questo progetto, dal fantomatico nome di “Liscio Gelli” (sic), non venne purtroppo mai realizzato ma fu la scintilla da cui nacque l’Orchestrina.
L’esordio dell’Orchestrina è avvenuto nel 2012 di fronte a un pubblico composto in gran parte da musicisti, durante un’occasione di festa: ricordo la sensazione di meraviglia che vidi negli occhi dei presenti, molti artisti ci fecero sinceri complimenti e numerosi tra i cantautori intervenuti mi chiesero di fare un disco di canzoni in modalità “liscio”.
Con “L’Orchestrina di molto agevole” abbiamo poi fatto una scelta ben definita: affrontare il repertorio classico del liscio come lo si suonava nell’epoca d’oro del genere, tra gli anni ’40 e gli anni ’60 del ’900, fino alle soglie del suo deragliamento, quando iniziò a essere suonato più che altro con strumenti elettrici ma, soprattutto, divenne un grande, troppo grande business, e ne uscì snaturato.
Oltre a noi, in Romagna sono presenti numerosi interessantissimi progetti di rilettura del repertorio storico del liscio: c’è ExtraLiscio, c’è la Mr. Zombie Orchestra, il sestetto “Dal vangelo Secondo”, il Simone Zanchini Quartet e il progetto “Casadei Secondo me”.
Il repertorio de “L’Orchestrina di molto agevole” è composto in gran parte da brani di Secondo Casadei: la sua produzione artistica sconfinata, sempre di altissima qualità e sempre con un’identità molto forte, è paragonabile all’opera di Antonio Vivaldi che, tra il XVII e il XVIII secolo, realizzava centinaia e centinaia di composizioni, per lavoro, su commissione, per le occasioni più disparate, ma sempre di altissima fattura e di grande riconoscibilità.
Cerchiamo poi di pescare brani anche da autori meno noti come Mario Cavallari (autore di circa 3000 canzoni, alcune delle quali portate al successo da Nilla Pizzi), Giovanni D’Anzi (quello di “O mia bela Madunina” e “Voglio vivere così”) e, avendo come cantante solista un vero e proprio contralto lirico (Francesca Ruiz Biliotti), spesso sconfiniamo nel mondo dell’operetta. Per questo motivo, nel prossimo album Agevolissima! vol. 2, vorremmo coinvolgere il grandissimo Elio Pandolfi, uno dei più grandi doppiatori italiani viventi e grandissimo interprete e conoscitore di operette.
L’Orchestrina è composta da un nucleo base di 6/7 musicisti, spesso intercambiabili. I membri principali sono Rocco Marchi (chitarrista anche di Mariposa e Hobocombo), Francesca Baccolini al contrabbasso (Hobocombo), Sebastiano de Gennaro (percussionista per, tra gli altri, Daniele Silvestri, Baustelle, MEG) in alternanza con Dave Radice, Rodrigo D’Erasmo (violinista degli Afterhours), Francesca Ruiz Biliotti (contralto lirico), Gianni Chi e Guido Baldoni che si avvicendano alla fisarmonica. Tra gli ospiti ricorrenti di dischi e spettacoli: Vincenzo Vasi (cantante e polistrumentista, collaboratore di Vinicio Capossela e molti altri), Valeria Sturba, Serena Altavilla, Alessandro Fiori, Roberto Dellera (bassita degli Afterhours). Nel nostro primo album Agevolissima! vol. 1, totalmente autoprodotto e realizzato in vinile, abbiamo cercato di rendere l’atmosfera di un gran gruppo di persone (ci sono circa 20 ospiti nell’album) che si trovano assieme per fare del liscio “in simpatia”, con divertimento e piacere. D’altronde L’Orchestrina è nata proprio durante un matrimonio, un’occasione di festa, e dovrà cercare di mantenere negli anni questo spirito.
All’inizio abbiamo cercato di andare a suonare in luoghi lontani dal liscio, soprattutto in rock club. In queste occasioni si creava uno strano cultural clash: nei luoghi apparentemente più scatenati si creavano situazioni di ascolto attento tipiche della musica classica; quando invece abbiamo cercato di portare quelle musiche nei circoli, nelle balere, nelle piazze, il pubblico più anziano trascinava i giovani al ballo e al movimento, rendendo tutto più sensato e meno “museale”. Abbiamo suonato alla Balera dell’Ortica e alla Balera di Porta Venezia a Milano e anche in piazza a Gatteo a Mare assieme agli sciucaren (gli schioccatori di fruste romagnoli che producono schiocchi a tempo di musica).
Uno degli oggetti “cult” del liscio che mi hanno maggiormente impressionato è un filmato del sassofonista Fiorenzo Tassinari che esegue numerosissime variazioni sulla polka di Ferrer Rossi “La disperata” (clip realizzata durante la “Serata SAX D’ORO” alla Cà del Liscio nel 1987). È un documento incredibile dove il virtuosismo liscio si avvicina decisamente allo stile improvvisativo di colossi del jazz come John Coltrane.
Ho provato a far vedere questo video ad alcuni amici musicisti americani: sono tutti rimasti stupiti e hanno notato forti affinità con certe musiche balcaniche.
L’altro “liscio moment”, in questo caso raccontato e non suonato, deriva da un aneddoto di Riccarda Casadei (titolare delle Edizioni Musicali Casadei Sonora) su suo padre Secondo. L’orchestra Casadei fu costretta a un lungo periodo di pausa durante la Seconda guerra mondiale. L’invasione americana della penisola portò un grande cambiamento nei gusti del pubblico e Casadei dovette fronteggiare la diffusione dello swing e del boogie spesso prendendosi fischi e ingiurie. Cercò di blandire il pubblico proponendo i grandi valzer di Johann Strauss e provò a commuoverlo dedicando i brani ai propri figli. Ma nulla sembrava funzionare. Riccarda Casadei ricorda che una sera vide suo padre piangere solitario, nella sua stanza, provato e prostrato dalla situazione.
Sembrava che il liscio avesse i giorni contati. Fu invece la stagione del boogie che volse al termine e nel giro di pochi anni il pubblico tornò alle consuete abitudini.
Il liscio, nel dopoguerra, in un’Italia distrutta, ha restituito agli italiani la voglia di vivere a suon di valzer e mazurche, combattendo, e a volte sconfiggendo, i ritmi provenienti dall’America (L’uomo che sconfisse il boogie è peraltro il titolo di un bellissimo film documentario del 2006 di Davide Cocchi che racconta la storia di Secondo Casadei).
Secondo Casadei morì nel 1971, lo stesso anno del compositore russo Igor Stravinskij (e secondo me non è assolutamente un caso!) e negli ultimi anni della sua vita riuscì a vedere il liscio diventare qualcosa di realmente enorme, la vera “dance music” di quegli anni.»

Appassiunêda
(canzone tango)
di Secondo & Raoul Casadei
Edizioni Musicali CASADEI SONORA
Edizioni Musicali SIMPATIA

Appassiunêda
appassiunêda
com una völta (2a volta: sempra piò bela)
la mi burdëla
sóta la louna
l’a’s fa basè (2a volta: l’a’m fa murei)
e témp e pasa,
i góst i cambia
ma la su bóca
l’è sempra quèla
appassiunêda
com una völta.

Appassionata
Appassionata
appassionata
come una volta (sempre più bella)
la mia ragazza
sotto la luna
si fa baciar (mi fa morir)
il tempo passa
i gusti cambiano
ma la sua bocca
è sempre quella
appassionata
come una volta.