GENESI DI LA MADRE E LA MORTE

La madre e la morte inizia un po’ così... sono un lettore fanatico di Alberto Laiseca (Rosario, 11 febbraio 1941 – Buenos Aires, 22 dicembre 2016), uno degli scrittori argentini più importanti recentemente scomparso, era ormai vecchietto e un po’ malato... è stata una grande tristezza. Laiseca non è un autore best seller, è uno scrittore molto rispettato nei circoli letterari, maestro di molti giovani scrittori argentini contemporanei che sono passati dai suoi laboratori, non è conosciuto appieno, è molto importante e molto influente ma solo a livello nazionale. E io sono un fanatico incondizionato, non posso parlare molto di lui perché non sono obiettivo, di lui dirò che tutto ciò che ha scritto è ottimo e che bisogna comprare tutti i suoi libri. Oltre a essere scrittore, Laiseca era un grande narratore, conduceva un programma televisivo, Cuentos de Terror, in cui narrava le storie dell’orrore, e a vedersi era tutto un personaggio con i suoi lunghi baffoni alla Nietzsche. Laiseca realizzava incontri di narrazione in diversi luoghi, così è accaduto che, in un momento di grande fanatismo di mia moglie e mio, in cui partecipavamo a tutti questi incontri, andammo a vederlo in un postaccio, de mala muerte, mezzo distrutto, nel centro di Buenos Aires, e quella notte raccontò la storia La madre e la morte. Produsse in me uno sconvolgimento tale che me ne andai con quella storia in testa e mi dissi che ne avrei fatto un libro. Tre o quattro anni prima ero stato da Laiseca per mostrargli una fanzine che avevo realizzato, e gli dissi che credevo lui avesse storie interessanti da sviluppare in un libro illustrato per bambini, ma lui disse NO, no rotondo, che non lo avrebbe fatto, che non era uno scrittore per l’infanzia, che non esisteva possibilità alcuna, che mi ringraziava della proposta ma che non l’avrebbe mai fatto. Ma io ho la testa un po’ dura, e quando lo ascoltai quella notte narrare La madre e la morte mi dissi che era la storia giusta...
Lui non aveva mai scritto questa storia, la narrava come versione di Andersen ma molto a modo suo, allora guardai se qualcun altro l’avesse trascritta e nel cercarla trovai un video su youtube di pessima qualità dove lui stesso la raccontava. La estrapolai, ne feci un’edizione casalinga e gli chiesi il permesso di usarla. Mi disse di SÌ, generosamente. Ci lavorai circa tre anni e quando gliela portai a far vedere gli piacque molto. Avendo lavorato precedentemente con Fondo de Cultura gliela proposi, e mi diedero l’ok, ma volevano che illustrassi anche un’altra storia, La perdita, di uno scrittore messicano, Alberto Chimal, che scriveva dello stesso argomento ma da un diverso punto di vista. All’inizio fui reticente, ma quando lessi la storia di Chimal mi dissi che andava bene, funzionava... e fu un altro anno di lavoro.
Ho impiegato molto tempo a realizzare questo libro, perché è pieno di citazioni, riferimenti iconografici, in ogni pagina ci sono elementi che ho preso in prestito da altre opere d’arte. Mettere insieme il materiale, leggere altri libri, altre storie, saggi sulla morte e un mucchio di altre cose mi ha preso molto tempo, ed è stata una parte del lavoro che mi è piaciuta molto e per questo me la sono presa con calma e l’ho gustata appieno. Ogni pagina del libro ha un proprio archivio di immagini, elementi e bozzetti.
La morte di un figlio è un tema scorretto, ed è stato ciò che mi ha maggiormente attratto a livello concettuale ed estetico. È un argomento al limite del concepibile. Come possiamo gestire noi la morte di un figlio? È un vuoto che non si riempie con niente, ed entrambe le storie ne fanno una lettura straordinaria. È stata una proposta rischiosa, anche per l’editore messicano, ma non ci siamo sbagliati, qui in Argentina, e in Messico, il libro è piaciuto e ha venduto moltissimo!
Esiste il desiderio di affrontare certi argomenti, ne sono convinto.                 

- Nicolás, via skype, gennaio 2017

Nicolás ha studiato Belle Arti e ha avuto una formazione artistica tradizionale. Ha iniziato il suo percorso come artista, sempre nel disegno e sempre in bianco e nero ma, non sentendosi comodo nell’ambito delle gallerie d’arte, trovandosi più a suo agio nel formato libro, e considerandone migliore la circolazione e la fruizione dell’arte, ha deciso di diventare illustratore. Ha iniziato come disegnatore di fumetti e di testi altrui, fino al 2005 in cui ha pubblicato la sua prima opera integrale che già contiene l’estetica di La madre e la morte. Espone ancora in gallerie, ma solo come illustratore.
È docente in un programma statale argentino che coinvolge quartieri socialmente ed economicamente svantaggiati, in cui lavora insieme ai ragazzi durante tutto l’anno, per tre anni consecutivi per ogni gruppo di ragazzi, con un progetto artistico e di alfabetizzazione. È anche disegnatore per audiovisivi, ovvero crea contenuti per i cartoni animati. Vive a Buenos Aires, Argentina.

LA MADRE E LA MORTE
di Nicolás Arispe
testo di Alberto Laiseca
LA PERDITA
di Nicolás Arispe
testo di Alberto Chimal
cartonato, 56 pagine, 192x250 mm

#logosedizioni
ISBN: 9788857608266