io ho una casetta. una piccola casetta bianca con le porte blu. sopra un cocuzzolo. da cui si vede e soprattutto si ascolta il mare. e il vento. in giardino ho una bellissima e gigantesca bougainville. e forse ho anche delle ortensie. ma a volte si seccano perché non sono costante con la questione dell’acqua. ho un albero di prugne che mangio acerbe. con il sale a volte. dentro c’è una camera grande per tutte le mie cose. con un grande letto il cui lato sinistro è sempre vuoto. poi ci sono il soggiorno. la cucina. un bagno comodo per me con le finestre che danno sul mare. niente vetri opachi. niente tende. amo farmi il bidet guardando il colore del cielo. e poi c’è un’altra camera. enorme. con tanti letti ai muri. un teatro di letti. e un altro bagno grande. con due lavandini. forse tre. per tutti i nipotini che mi raggiungono ogni estate. da educare. per rompere loro le scatole sul fatto che devono mangiare frutta e verdura. a cui spiegare perché non si mangiano gli ovetti kinder. con cui andare in libreria a comprare libri nuovi e divertenti da leggere la sera. o con cui andare al cinema a vedere i film romantici che mi piacciono tanto. mi piacciono solo quelli. o magari guardarli in dvd. orgoglio e pregiudizio per esempio. ma dipende. non ho animali. juanita è morta. le sue ossa sono in una scatolina che tengo in soggiorno. o forse sotto una bellissima pianta in giardino. dipende. fuori ho un furgoncino per quando ci sono i nipotini. anche se lo usiamo solo per la spesa. li porto sempre in paese a piedi. nonostante la distanza. anche se dobbiamo tornare la notte. la strada è tranquilla. non c’è mai nessuno che rompe le scatole. non c’è mai nessuno e basta. e mentre camminiamo abbiamo un sacco di tempo per chiacchierare. e guardare le stelle. o le nuvole di notte quando sono molto più belle che di giorno.
molte mattine. quando mi alzo. o i pomeriggi quando torno. guardo in alto. cielo. soffitto. o a lato. muro. albero. vetrina. poco importa. ed entro nella mia casetta. dove c’è sempre un grande silenzio. come quello che ho dentro di me. nella mia casetta devo continuare a stirare e cucinare e lavare i piatti. come sempre. ma io sporco veramente poco. e mi resta tanto altro tempo per fare le cose che mi piacciono. che mi divertono. ho tanto tempo anche per guardare fuori dalla finestra e ricordare. ho tanto tempo per aspettare. io che non ho mai saputo farlo. anche se poi preferisco distrarmi. perché alla lunga fa male. ti fa credere di non essere importante. molte volte vado in cucina e mi mangio una pesca. quella senza peli. sorrido. tutte le volte che ne mangio una. poi piango. ma soprattutto. nella mia casetta. vado alla porta. blu. ma forse la lascio del suo colore naturale a invecchiare. come i miei capelli. e magari anche marcire. apro la porta. guardo fuori. è importante il momento in cui guardo fuori. c’è il cielo. ogni giorno diverso. ci sono le nuvole. alcuni uccelli. a volte il vento. a volte piove. sono così felice quando guardo il cielo. il cielo sono io. e fuori dalla porta. proprio a fianco. c’è la mia bicicletta. un vecchio modello da uomo con la canna e il sedile comodo e largo. ruota cerchio ventotto. mai usata un’altra. non ha le marce. non è di un materiale speciale. è una vecchia e comoda e resistente bicicletta che non nota nessuno. anche se è molto bella. è sobria. discreta. confortevole. con un enorme cestino davanti. per portare pacchi e cose. non si sa mai.
la mia bicicletta... io sono felice con lei. volo dove voglio. quando voglio. se non c’è nessuno passo con il semaforo rosso. salgo sui marciapiedi. o vado sul prato. ma preferisco evitare. non vedi mai bene le buche nell’erba. o i sassi. e la bicicletta bucata non è più una bicicletta. diventa me senza la bicicletta. solo un corpo.

#FUKUROKUJU (fuku = felicità. roku = ricchezza. ju = lunga vita)

grazie a Selma o la ricetta della felicità. di Jutta Bauer. Salani.