SULL’ALCHIMIA

Una conversazione con il prof. Carlo Pellacani

di Lina Vergara Huilcamán, prof. Carlo Pellacani

“Io ho sempre pensato che la chimica sia semplicemente l’espressione matura dell’alchimia. Il fatto è che prima non esisteva nessuna teoria, non c’era nessuna nozione della struttura della materia, non esistevano gli strumenti per studiarla, e ciò rendeva possibile la trasformazione del piombo in oro. Siccome non potevano guardare gli atomi, non li vedevano, non c’è mai stata fino al Settecento alcuna teoria della struttura della materia e quindi si poteva presupporre che tutto fosse possibile. L’idea di sostanza, di materia è nata solo con la comparsa di strumenti tecnici come i microscopi, quindi all’epoca di Galileo. Ad ogni modo, da fisico, credo fosse un’attività scientificamente possibile: Newton era un noto alchimista. Certi colleghi diranno che erano semplicemente stregoni, imbroglioni; io ti posso dire che ad esempio nel Rinascimento la differenza tra oro e piombo non la sapeva nessuno. Sicuramente c’è stato anche qualcuno che ha ottenuto qualche risultato, non quello predetto, ma non sarebbe nata la chimica se non ci fossero stati gli alchimisti. Ad esempio una cosa sorprendente per me è il fatto che l’universo si espanda. Si espande dove? È un assurdo! Ma hanno preso le misure e hanno visto che si espande. È una cosa altrettanto misteriosa quanto l’alchimia e la possibilità che il piombo possa essere trasformato in oro, sennonché in quest’ultimo caso è stato dimostrato che non si può fare. Ci sono effettivamente dei passaggi da cui potremmo dedurre qualsiasi cosa, questa è la verità, ma credo che non dobbiamo stare attenti, non dobbiamo porci dei limiti. Secondo me, dal momento che l’universo si espande, ci sono tante e tali difficoltà nella comprensione della natura che è bene prenderla dolce. Nel Quattrocento e nel Cinquecento scrivevano quello che gli passava per la testa, ed era difficile distinguere tra magia e scienza, come ad esempio nel caso dell’elettricità! Esistevano i libri di magia ma erano cose vagamente dicibili, e non controvertibili. Ti potevano dire che eri uno strambo, ma ciò che dicevi era possibile, non era implausibile, non c’erano elementi che ti contestassero, tutti ora ti direbbero di no e ti soffocherebbero di spiegazioni.
Ho la sensazione che un tempo la gente credesse di più, hanno rovinato tutto i Greci, perché insieme ai Fenici, gente che faceva affari e quindi concreta (l’alfabeto greco è di origine fenicia), hanno iniziato a sviluppare il pensiero logico deduttivo: dovevano cercare i motivi primi per spiegare. Per la scienza se si fa 150 volte lo stesso esperimento e il risultato è sempre uguale va bene. In un universo in cui se non citavi Dio eri messo al braciere, la gente stava molto attenta, ed era plausibile persino la scommessa di Pascal* su Dio, una questione logica ma che riusciva a funzionare. Diceva: se non c’è Dio va bene, ma se c’è Dio e io non ci credo perdo tutto, quindi io ci credo. Il nostro concetto di probabilità è nato con le assicurazioni, che ci hanno insegnato a calcolare i rischi, ma prima il termine probabilità era usato per dire che c’era un’ipotesi che era stata sostenuta da qualcuno, potevi dire questa cosa è falsa ma è probabile. La mancanza di tecnologia permetteva di classificare in qualche modo le cose, non c’era alcun modo oggettivo. Adesso ti chiederebbero se sei pazzo. Io penso che gli alchimisti non fossero solo degli imbroglioni, ma anche brava gente che tentava di capire come si trattava la materia. Adesso che sappiamo tante cose, e possiamo dimostrarle, è sempre tutto sbagliato, come possono essere sbagliate le traduzioni degli antichi e quindi tutto diversamente interpretabile. Basti pensare che prima c’era Newton, poi è arrivato Einstein e ha spazzato via tutto, e poi... La scienza in fondo è un fenomeno recente e forse anche in gran parte sbagliato. Una volta al CERN dissi: spero che a forza di guardare dentro e dentro e ancora dentro, scopriate che l’Universo è circolare, così tutto avrebbe un senso.”                   

Modena, 22 giugno 2016

Il professor Carlo Pellacani è un fisico teorico che ha esercitato in svariati luoghi nel mondo, è stato ricercatore al CERN di Ginevra e professore di Fisica Superiore al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna.
* https://it.wikipedia.org/wiki/Scommessa_di_Pascal