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Niente che sia d’oro resta

di Stéphanie Chasseloup

Avevo forse tredici anni, quando dalla libreria di mia madre presi
I ragazzi della 56a strada di Susan Hinton.
Copertina di finta pelle e lettere dorate. Mi pareva una cosa preziosa.
Mi sentivo una gazza.
Lo lessi a perdifiato una sera. Non fu la storia a rimanermi impressa
ma la poesia che trovai al suo interno.
La lessi come un mantra fino a impararla a memoria.
“In natura il primo verde è dorato
e subito svanisce.
Il primo germoglio è un fiore
che dura solo un’ora.
Poi a foglia segue foglia.
Come l’Eden affondò nel dolore
così oggi affonda l’Aurora.
Niente che sia d’oro resta.”
Con il passare degli anni non l’ho dimenticata, riaffiora quando meno me lo aspetto.
Come ieri, quando le collane dorate sono scivolate via dal mio collo rompendosi una dopo l’altra nel giro di qualche ora. Appese a me da vent’anni.
Mai un cedimento, un difetto.
Talismani accumulati.
Alchimie di famiglia.
Trovare un significato? Un messaggio nascosto?
NIENTE CHE SIA D’ORO RESTA.

I ragazzi della 56a strada, di Susan E. Hinton, Castelvecchi Edizioni.
Niente che sia d’oro resta, poesia di Robert Frost.