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#KYRIEELEISON

di Stéphanie Chasseloup

Alzi gli occhi al cielo quando soffri, quando speri che qualcosa o qualcuno faccia passare il dolore. Credi.
“Cos’è il dolore? Una traccia di nero nella coscienza, un segno di demarcazione, una cancellazione improvvisa. Qualcuno che ti ha sfregiato, ma più che sfregiato ti ha sepolto, ti ha dimenticato. Tu cerchi di capire perché la persona amata ti abbia lasciata sola nel freddo della tua demenza, nel duro della tua pazienza, ma non ti rimane che una nascita divorante, un pugno di paglia sofferta su cui non vuoi più adagiarti.
Il dolore è un pugno di fango con un alito di anima così sottile da far pensare alla prima gettata dell’uomo.
Forse Dio non usò del fango ma della calcina, forse Dio fece Adamo con del marmo pregiato, un grande marmo bianco, forse Dio lo cavò dalle sue stesse mani, forse Dio che aveva anima d’uomo, sentì che questo marmo gli premeva le dita. E fu uguale a Michelangelo. Quello che il poeta non sopporta è che Dio lo abbia creato tale e che gli stia alle spalle come un guardiano, un grande insegnante che fa scorrere le sue dita sulla materia, che lo mantiene sempre in età scolare, che non gli voglia spiegare perché lui non abbia conosciuto la morte.
Dio è lontano da noi molti anni luce. Forse è già morto, ma noi ne sentiamo ancora i palpiti, i veleni, l’impostura; se Dio ha creato l’amore, ebbene noi ne facciamo a meno; se Dio ha creato i figli, noi li rinneghiamo. Finché lui, il nostro precursore, non ci spiegherà perché l’uomo è nato metà uomo e metà serpente. E anche santo.”
Il dolore che passa spesso fa rinnegare, ma forse, in fondo, credere e rinnegare sono la stessa cosa.