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#NATURAMORTA

di Elena Borghi

«Mesci e gira, gira e mesci. Pietanza. Pietas, pietatis, pietanza. Ci leggo dentro rispetto, dedizione, devozione, senso del dovere, amore, abnegazione, benevolenza.»
«Per chi?»
«Per gli dèi, per la famiglia, per i figli.»
«Cretina. Tu non hai figli.»
«Mesci e gira, gira e mesci. Embè? Fa niente. Le mie pietanze le sto cucinando per me. Oppure per gli amici che vorranno sedere alla mia tavola e mangiare il mio cibo, satollo di pensieri belli e concentrati. Perché, sai, sono i miei intenti e le mie parole ricolme d’amore a condire e trasformare questo cibo in pietanza.»
«Commensali? Che ne sai di chi si presenterà alla tua porta? Sempre che qualcuno ci si presenti per davvero...»
«Se ogni donna cucinasse per davvero e non con i cibi pronti, per sé o per la propria famiglia, per il solo piacere di farlo, già sarebbe mettere in atto una rivoluzione. Farlo, tutte, corrisponderebbe a vedere uscire dai comignoli delle case un’energia potentissima, che fluttuerebbe densa, girerebbe sopra i tetti di tutte le case, poi delle città e dilagherebbe nel mondo!»
«Ah perché tu, quindi, saresti una Dea mentre spignatti?»
«Certamente. L’energia della Dea sa trasformare dei poveri ingredienti in una pietanza ricca di nutrimento manipolando, impastando, mescolando. Tutto ciò non ha in sé qualcosa di incredibilmente Sacro? Ogni donna che in ogni giorno della sua vita accudisce la propria famiglia con i gesti semplici e inconsapevoli del quotidiano, non compie forse un vero e proprio miracolo casalingo? Ognuna di quelle donne non è quindi Dea? Le donne Dea devono prendere consapevolezza del valore di ciò che producono e allora non cercheranno disperatamente il riconoscimento delle fatiche compiute. Basterebbe loro la consapevolezza che ogni gesto che fanno non è scontato, né banale ma sacro. Ogni singolo gesto, se fatto con amore, attenzione e concentrazione, porterà loro in cambio l’energia eccezionale che meritano.»
«Tu sei scema nel cervello. Continui con questa storia della famiglia ma vaglielo a dire, questo gran discorsone sull’energia dell’Universo, a quelle donne che si occupano di una famiglia ogni giorno, per davvero.»
«Non è forse vero che quelle donne hanno sempre energia? Certamente più di una donna che sta tutto il giorno seduta alla scrivania, davanti a un computer e che magari è costretta ad andare in palestra o a pedalare in bicicletta per sfinirsi di quella attività fisica che la fa sentire tanto bene.»
«E perché seconde te? Sentiamo.»
«Perché dando energia recuperi energia. Così correndo, pedalando, faticando, dai energia fisica all’Universo. È un bisogno atavico, capisci?»
«“Ata” che? Guarda, a me pare solo che a forza di cucinare e mangiare ti stia venendo un culone che ancora un po’ fa provincia.»
«Tra tutte le mie doppie personalità in conflitto con me stessa tu sei l’unica che se la vive male ’sta cosa delle forme burrose. Ma quando la smetteremo di scontrarci io e te su questo punto? Ci sono altre questioni più impellenti da risolvere che entrare in una taglia 42!»
«Io sono la personalità in conflitto con te stessa preposta a trovartelo ’sto marito. È anche per questo che sono sempre di malumore.»

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