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Il battesimo della strada

di Valentina Rizzi

Prima o poi doveva accadere. Il battesimo della strada. A due passi da casa, quando meno te lo aspetti, alla sagra del quartiere dove sei nata e cresciuta, al rientro dalle vacanze estive. Eppure la strada ti battezza quando vuole e non puoi farci niente. La retromarcia non voleva saperne d’ingranare dopo un mese di stop e mi è toccato spingere Bibliolibrò a braccia per smuoverlo e farlo uscire dal Bibliobox. Muoviti pigrone, le ferie sono finite! Odore di salsedine, raggi obliqui e ombre lunghe in attesa della sera. Brezza di fine estate, buche, scatti e la strana imperdibile sensazione di essere di nuovo in sella al mio tre ruote. C’era aria di libertà quella sera: la sagra poteva attendere. Ricordo la bellezza del lungomare, il cielo che si tingeva di rosa, i bambini che tornavano a sbracciarsi e la bella sensazione di sentirmi finalmente a casa, di nuovo sulla macchina di Paperinik, quella che agli occhi del mondo ti fa diventare un supereroe. Ma di lì a ventiquattr’ore la mia percezione del mondo sarebbe cambiata in modo irreversibile.
Torno per il secondo giorno alla sagra e scopro il fattaccio. Tanto qui c’è il guardiano, lascia pure tutto! Per fortuna che Biblio l’ho portato via con me. Quattro cassetti pieni di quaderni per la scuola, lasciati ai quattro angoli del gazebo che protegge Biblio dall’umidità, sono spariti. FURTO. Resto basita a guardare la mia prima volta. La strada dà, la strada toglie. È la sua legge. È da due anni che giro nei posti più assurdi d’Italia e proprio sotto casa qualcuno ha potuto fare questo a Bibliolibrò, un’icona, un simbolo, la mascotte di tutti i bimbi. Chi mi ridarà i quaderni in tempo per la scuola? Chi mi risarcirà per le centinaia di euro perse? La notizia del furto capita proprio nel giorno dell’altra notizia: lo scioglimento del mio Municipio per mafia. Mi siedo a guardare il gazebo vuoto con la faccia che avvampa per lo schiaffo improvviso. Anche oggi tira una brezza lieve, l’odore del mare mi raggiunge assieme al mio lui, inseparabile compagno di sventure. È lui il primo ad abbracciarmi aiutandomi ad allestire il banco. Poi le lucine, carezze. Le lacrime in punta di viso, pungono gli occhi e il cuore. Antichi gesti rituali si ripetono mentre sei lì a immaginare chi possa essere stato. Triste risveglio dal sogno di essere invulnerabile in sella a Bibliolibrò. La strada non è sempre un rifugio. Dopo tanto girovagare sceglie proprio casa tua per battezzarti. Forse perché cadendo ti accorgi che non sei solo. Forse perché il vicino inizia a sfornare dolci e te li regala per consolarti, forse perché così i tuoi possono raggiungerti con coprispalle e pacche energiche, forse perché così poi arriva Michele.
Tre anni. Figlio dei caramellari adiacenti. Che storia c’è oggi? No Michele stasera non ho tanta voglia. Pekké? Perché, perché sono un po’ triste. (La peste si arrampica sullo sgabello e mi stampa un bacio sulla guancia). Mi conti questa? No Michele quella l’abbiamo raccontata ieri sera… Ma lui non si arrende, lascia la sua sedia, prende una manciata di libri e mi siede in grembo con le braccia al collo. Sospiro, mi scrollo di dosso la rabbia e la paura, prendo RIFUGI, sfoglio, leggo e invento: esce fuori una voce di luna che accarezza le cose, una nenia, un canto d’altri tempi. Michele mi aiuta a raccontare e si addormenta tra le mie braccia, la mamma caramellara sospira e ringrazia. Il passaggio di consegne e il passeggino. Sopra di noi iniziano i fuochi d’artificio, li guardo su Biblio accanto al mio lui. Centinaia di persone con la testa per aria si accalcano commentando. La comunità si stringe attorno alla processione della Madonna che sfila in barca nel Canale dei Pescatori fino in mare e mi sorprendo a pregare. Per la mia gente, per Bibliolibrò, per il mio amore e per questi pezzi di carta. Proteggili Madonna mia, proteggici. Tutti sulla stessa gigantesca strada di mare. Tutti sotto lo stesso cielo. Il battesimo è compiuto.

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