La verità è che il libro l’ho comprato all’età di quarantuno anni per puro caso. Non conoscevo l’autore. Non ne avevo mai nemmeno sentito parlare. Non ho fatto ricerche. L’ho comprato e basta attratta dal titolo. Sono tornata bambina leggendo Gerald Durrell, ho ricordato le mie passioni, i miei sogni, che in piena libertà, indisturbata dagli adulti, mi dilettavo a coltivare in enormi vuoti di tempo, che ora definiremmo perso. Sospesa nel vuoto ero libera di riflettere, di cercare, di vedere e ascoltare dettagli che altrimenti mi sarebbero sfuggiti. Ero libera, senza interruzioni, di credere a ciò che più mi pareva giusto dall’alto della mia totale inesperienza e ignoranza, e di imparare guardando, ascoltando e cadendo.
Non si tratta solo di promuovere un libro e la lettura, e gli animalisti non devono pensare a un’istigazione a rinchiudere gli animali nelle gabbie, i tempi sono cambiati, il mondo è infinitamente grande e le vie di comunicazione esplicite e implicite, reali e surreali sono innumerevoli. Questo è un invito a credere nella libertà di essere e di sognare, a seguire le proprie passioni. E non importa se crescendo diventiamo un’altra cosa... le cose cambiano, le cellule si rigenerano e degenerano.
Ho incontrato un barbiere a Modena che ha iniziato a lavorare a sette anni e che mi ha parlato di una luce in fondo al tunnel della nostra vita, che è quella che ci consente ogni giorno di andare avanti. Un obiettivo, uno stimolo a fare e crescere, e una risposta la sera quando abbiamo avuto una dura giornata e ci chiediamo perché. Perché dobbiamo continuare a percorrere il lungo tunnel? Ma la luce, il paradiso, il sogno... oggi si sono persi per strada, mi ha detto il barbiere, i giovani non ce l’hanno più, non sanno più perché devono lottare ogni giorno della loro vita. Oggi ci si accontenta di un corridoio grigio che ci porta dritti al niente, e finiamo con il confonderci l’uno con l’altro. I ragazzi (l’età adulta è stata spostata verso l’anzianità) non sanno più perché devono lavorare. Poi ho incontrato Elena Borghi che a quindici anni ha definito il suo sogno e ha intrapreso la via per raggiungerlo, e ha affermato che fallimento è una parola che bisognerebbe bandire in quanto non esiste, esiste solo l’esperienza ed è necessaria tanta determinazione, perché sognare non basta per raggiungere l’obiettivo. Come sarebbero state diverse le nostre vite se veramente la parola fallimento non fosse mai esistita?
Ho assaporato ogni ora che Gerald ha trascorso a osservare gli animali del suo intorno (quadrupedi, bipedi, insetti o aracnidi) e con nuovi occhi, da quando ho finito di leggerlo, guardo tutto ciò che mi circonda perché mi ha ricordato il significato di meraviglia.
#libertà è ciò che mi ha insegnato Gerald Durrell, #libertà è quella che ci permette di vedere la luce in fondo al tunnel, #libertà è quella che ci insegna a non guardare male chi ha gli occhi costellati di stelle e a rispettarne gli spazi...
Grazie a tutti gli incontri che mi hanno spinto ad andare avanti nel mio tunnel.
Lina Vergara Huilcamán