Peter

The Beguilling. Comic Shop.

di Lina Vergara Huilcamán

fotografia di Lina Vergara Huilcamán

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fotografia di Lina Vergara Huilcamán Joe Matt visita The Beguiling insieme a Seth e Chester BrownPoor bastard by Joe Matt, Coconino Press fotografia di Lina Vergara Huilcamán fotografia di Lina Vergara Huilcamán fotografia di Lina Vergara Huilcamán fotografia di Lina Vergara Huilcamán fotografia di Lina Vergara Huilcamán

Toronto. Canada. Sono approdata come sempre per caso, accompagnando un’amica a cui avevano caldamente consigliato di vedere questa fumetteria storica vincitrice del Joe Shuster Harry Kremer Retailer Award, molto attiva nel mondo del fumetto, che infatti organizza ogni anno dal 2003 il Toronto Art Comics Festival. Quando sono entrata mi sono stupita della quantità di libri che si potevano trovare in quella piccola casetta di legno di due piani. Ho scritto libri perché per la prima volta ho messo piede in quello che credevo fosse solo un ideale di fumetteria: un negozio dove si vendono fumetti ma anche tutti i libri che ci girano intorno, ovvero una libreria specializzata in fumetti e in appassionati di fumetti. Oltre ai best seller del momento e ai grandi classici di sempre, ai manga, ai supereroi, ai graphic novel, c’era il grande volume extralarge della Taschen sulle pin-up, ma anche l’albo illustrato per ragazzi Eugenio di Lorenzo Mattotti, e perfino i fumetti di Canicola, che a stento si trovano in Italia. C’era tutto quanto si possa desiderare e sognare, e anche di più. Ovunque mi voltassi c’era qualcosa che si collegava all’ampio orizzonte di chi si appassiona di fumetto. E il proprietario, Peter, un canadese molto educato ed elegante nei modi, ci ha voluto portare a conoscere anche l’altro negozio poco distante dedicato ai bambini: Little Island Comics – la prima fumetteria per bambini del Nord America, forse del mondo intero! Durante la notte ho meditato e deciso che l’indomani, il mio ultimo giorno, sarei tornata per fare un’intervista e condividere con #ILLUSTRATI questa realtà, idea che ho mantenuto anche quando ho aperto gli occhi e ho scoperto che durante la notte erano caduti venti centimetri di neve, ma in Canada è normale e tutto funzionava senza problemi. La questione della neve ha rilevanza solo per spiegare la fotografia e per dare maggior risalto all’impresa, perché il Canada sarà anche abituato alla neve e al gelo, ma io no.

Ci accoglie con la stessa educazione del giorno prima (se dovessi paragonarlo a un attore penserei a David Niven, che mia nonna adorava) e, prima di parlarmi della fumetteria per bambini, mi fa una piccola introduzione su The Beguiling, che già dal nome si manifesta chiaramente come luogo dedito alla seduzione e alla fascinazione di chi ama i fumetti. Nata alla fine degli anni ’80, The Beguiling diventa ben presto un punto di riferimento per la sua apertura ai vari generi di fumetto, incluso quello underground ed estero. “È una fumetteria diversa dalle altre” precisa Peter con orgoglio “non solo per la sua specializzazione e la quantità di fumetti che abbiamo, ma anche perché ci sono libri di illustrazione, albi per bambini, libri esteri, anche quando non sono propriamente fumetti ma esercitano la stessa funzione, o quei libri che sono di riferimento per gli artisti del fumetto. Gradualmente si è fatta un’ottima reputazione, grazie ai suoi clienti appartenenti al mondo del fumetto e che tra loro si passavano parola dicendo ‘devi andare da Beguiling a Toronto...’ e cose del genere”, clienti come Chester Brown e Joe Matt ad esempio, come possiamo vedere nella vignetta nella pagina seguente. “Io ho iniziato come cliente” dice Peter, troppo giovane per averla aperta negli anni ’80, “ero un teenager. E sono subentrato nel ’98 intenzionato a mantenerne il carattere. Molti negozi si sono focalizzati su quello che vendono di più, ad esempio Spider Man, e così comprano e vendono tutto quello che è di Spider Man, non solo i fumetti ma anche tutti i gadget. The Beguiling invece ha mantenuto la sua varietà e apertura ai vari interessi dettati dalla sua clientela. Per anni abbiamo venduto fumetti a una biblioteca specializzata in fantascienza, che oltre ad acquistare fumetti sull’argomento si è interessata ai fumetti che aiutassero a sviluppare l’interesse per la lettura nei ragazzi, libri e fumetti che potessero essere usati per insegnare cose ai bambini. Così ci siamo specializzati nella vendita e nei contenuti. Siamo diventati un riferimento per tutto quello che riguarda il mondo del fumetto, anche perché, oltre a essere presenti ai vari eventi sull’argomento, siamo sempre ben recensiti dai media, e se un giornalista deve scrivere un articolo sul fumetto spesso ci chiede informazioni, perché parliamo di fumetto in modo intelligente e aperto.” Si interrompe per fare uno scontrino a un cliente. Dalla cassa ci dice di avere una domanda per noi. “Qual è il fumetto italiano più richiesto a Toronto? Che non è stato tradotto in inglese e francese?” Io e la mia amica ci guardiamo. Non ne abbiamo idea. “ALAN FORD. Ci sono moltissimi immigrati dalla ex Jugoslavia a Toronto, e nel loro paese per molti decenni Alan Ford è stato il fumetto più popolare. E quando vengono qui non ci possono credere che non sia stato tradotto in inglese. Mi hanno anche detto che il traduttore jugoslavo era miglior scrittore dell’originale e quindi forse si deve a questo il suo grande successo.” Ho posto anche a lui la domanda sulle lettrici donne, per vedere se con un oceano di mezzo cambiava qualcosa, e mi ha risposto: “Fortunatamente abbiamo circa la stessa quantità di clienti donne e di clienti uomini, ma non spendono la stessa quantità di soldi. Se le donne comprano tre o quattro fumetti la settimana, l’uomo ne compra venticinque. Mi piacerebbe che comprassero le stesse quantità. Anche se le cose negli ultimi dieci anni sono molto cambiate. Adesso ci sono donne autrici, e con i film sui supereroi della Marvel, ad esempio, alcune di loro comprano anche i fumetti dei Guardiani della Galassia. C’è stato un momento in cui si pensava che tutto sarebbe finito. Eravamo preoccupati che il mondo del fumetto fosse focalizzato solo sui supereroi, che era una cosa nerd solo per uomini, ma ora con il cinema sta entrando anche nelle vene delle donne... A sei anni leggevo i Peanuts” prosegue Peter “ma non ho comprato supereroi fino a quando sono stato un teenager, mi piaceva guardarli in tv e giocarci, ma non compravo i fumetti, non avevo la mente del collezionista. Entrambi i miei genitori sono professori e leggono. Mio padre è un ingegnere edile e quindi non è un lettore di romanzi, mia madre invece insegna letteratura e ha sempre letto molto, ma nessuno dei due legge fumetti. Ho il ricordo molto vivido di quando avevo quattro o cinque anni, prima di imparare a leggere e ho chiesto ai miei genitori di comprarmi un fumetto. Mi hanno chiesto se volevo un Disney e io ho detto no. Ne volevo uno dei Fantastici quattro e me l’hanno comprato, ma io non riuscivo a capirlo. Così ho chiesto a loro di leggermelo e spiegarmelo e nemmeno loro sono riusciti a capirlo. È stata una prima esperienza molto frustrante.” Ride. E prosegue serio: “Come negozio siamo orientati verso la sopravvivenza, ma l’industria del fumetto non è intelligente. I suoi protagonisti non sono interessati ai giovani lettori, spesso chi lavora in questo mondo è anche FAN, molti di loro scrivono e lavorano per loro stessi e la loro generazione, i loro amici. Così i fumetti negli anni ’60 erano per ragazzi, nei ’70 per i teenager, e così via... ma adesso sono completamente sconnessi dalla realtà. E anche con i film dei supereroi, che hanno suscitato un grande interesse nei bambini verso i suoi personaggi, nessuno si è preoccupato di produrre per loro dei fumetti, ma si sono tutti fermati sui teenager e gli adulti. Per bambini si fanno giochi, zaini, scarpe o qualsiasi altra cosa, ma non libri e anche sul merchandising comunque solo il 2% è per i bambini. Dal punto di vista del business, se i bambini non iniziano a leggere fumetti tra qualche anno non ci saranno clienti nel futuro, e anche se non credo che sia una mia responsabilità, ma che dovrebbe essere degli editori (e lo stesso problema come ho detto prima lo abbiamo con il pubblico femminile), dopo che per molti anni abbiamo venduto alle scuole e alle loro biblioteche, abbiamo pensato di mettere a frutto il talento del nostro staff nella vedita specializzata ai ragazzi e deciso di aprire una fumetteria interamente per bambini. Nel 2003.”

The Beguiling Books & Art
601 Markham Street
Toronto, Ontario, Canada
mail@beguiling.com