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Midnight in Paris

di Valentina Rizzi

Stavolta il tre ruote l’ho imbarcato. È un trolley con una ruota sbilenca che non poggia a terra e dentro ci sono foto e biglietti da visita di Bibliolibrò. Volo diretta a Parigi, Salone del Libro per Ragazzi di Montreuil. Cappellino e guanti rossi, cappottino grigio e mille idee per la testa. Fa freddo, qui sul Canale S. Martin dove alloggio grazie all’ospitalità di Raffaella. Insegna alla scuola italiana di Parigi Leonardo Da Vinci, e la prima cosa che mi chiede è: “Perché non vieni in classe a raccontare una storia italiana ai nostri bambini di quinta?”. Passeggiando lungo il canale incontro una libreria marittima, un battello adibito a libreria. Non ci sono fondamenta, galleggia sull’acqua, è ancorata al moletto con due pesanti corde ruvide ed è mooolto itinerante! Eccomi, tre ruote alla mano, nei pressi della grande cupola d’oro de Les Invalides, mi fermo a una boulangerie a far colazione con un croissant e poi finalmente mi decido. Salgo i ripidi scaloni della scuola italiana e m’introduco in classe dove circa venti paia di occhi mi fissano come se fossi un alieno. Sulla lavagna il mio nome e cognome in italiano e il nome di Bibliolibrò. Mi piazzo in cattedra e stavolta decido di iniziare ponendo domande, dopo le presentazioni di rito. Mi chiamo Valentina e racconto storie su un tre ruote. Cosa deve fare un contastorie per prepararsi a raccontare? DEVE LEGGERE! Ecco un bel modo per cominciare. Perché leggere? E le risposte fioccano competenti e diversificate. Mi colpisce la maturità di questi bambini, sembrano più grandi, problematizzano, approfondiscono, discutono senza alzare la voce. Inizio a raccontare una storia. “Vedete come gesticola, vedete quant’è espressiva, italiana?”. In effetti, in metro poco fa per venire, avevo giusto notato tutta la compostezza e il riserbo dei francesi. Che facce farebbero se vedessero sfrecciare il mio Bibliolibrò sugli Champs Elysées con i libri dinoccolati e questa bibliolibraia tutta scomposta che si sbraccia per salutare i bambini che incontra per strada?! In classe ora si parla di diritti dell’infanzia. I bimbi italo-francesi discutono sui pericoli legati alla loro quotidianità, ai rapporti con adulti conosciuti e sconosciuti e sono analitici, allenati al dibattito, pronti e liberi di discutere. Le maestre sorridono, intervengono poco, la classe si autogestisce in modo coordinato e sereno. La grande differenza si nota anche in fiera a Montreuil. L’impatto estetico è disarmante: annullato ogni colore, pareti, soffitto e pavimento neri danno risalto ai colori dei libri. Qui, come in fiera a Roma, vengono intere classi accompagnate dagli insegnanti per partecipare ad attività di promozione della lettura, ma dopo i laboratori li vedi aggirarsi per gli stand degli editori in modo autonomo. I bimbi francesi in fiera sono assai rumorosi, nient’affatto imbalsamati, ti tagliano la strada in continuazione e urlano come i nostri. Però hanno dimestichezza con i libri, sanno sfogliare senza rompere. Si fomentano a vicenda con i fumetti, assai più diversificati e complessi dei nostri, confrontano le scelte effettuate, tornano indietro a scambiare qualche titolo e si divertono un mondo a fare su e giù per le scale mobili. A fine giornata, oltre ad avere le orecchie a pezzi, ho ancora negli occhi questa splendida visione: centinaia di bambini francesi di ogni età, dall’asilo alle medie, che escono soddisfatti con le buste piene di libri che hanno scelto e pagato di tasca loro! Insomma qui le piccole pesti fanno a gara per accaparrarseli: splendidi esemplari di albi illustrati e pop up dalla grafica fine e dalle poche incisive parole. Voglio anch’io le buste dei bambini, voglio anch’io girare con il mio tre ruote sgangherato su e giù dalle scale mobili e voglio anch’io fare a gara con i piccini a chi arraffa prima il miglior fumetto! Una bella baguette e una crêpe fumante, è già ora di cena quando esco con in mano qualche copia della rivista ILLUSTRATI con il segno su questa rubrica che ho mostrato a qualche editore per ottenere un maggior sconto. Che effetto faranno in Italia e soprattutto quanto dureranno nelle mani dei miei adorati piccoli concittadini?!