LIBERESO GUGLIELMI

Sulla libertà e sul coraggio di lasciarsi stupire

di Cristina Mirandola

foto di Cristina Mirandola

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Libereso mi aspettava disegnando, riempiendo fogli con segni veloci, sottili e pieni di storie, come i fili d’erba che, se guardati con attenzione, possono svelarci un mondo incredibilmente ricco.
Libereso è bellissimo, è come il suo giardino, entusiasta, scompigliato, luminoso e sorprendente.
“La mia è una bella vita, un’avventura.
Sono stato amico di Rubino, il pittore, stava vicino a casa mia e allora andavo a trovarlo, ero un ragazzino e imparavo a disegnare. Ho avuto dei bravi maestri. Calvino poi…
Mio padre era un anarchico tolstoiano, una personalità, non aveva mezze misure.
D’inverno giocavamo anche a torso nudo sulla neve. Abbiamo fatto una vita bellissima, libera.
Quello che manca ai giovani di oggi. Bisogna essere liberi.
Io ci sono nato vegetariano: la curiosità per le piante, la natura, mi è nata così, fin da bambino. Mio padre ci teneva alla nostra educazione. Io, mio fratello e mia sorella siamo cresciuti così, con i pantaloncini corti, alla vegetariana, all’anarchica, abbiamo fatto una bella vita.
Ai tempi del fascismo la mia famiglia è stata perseguitata perché mio padre era un noto anarchico.
Non siamo andati via, siamo rimasti, venivamo pedinati e mio padre è stato spesso incarcerato ma poi veniva anche scarcerato. Eravamo spesso fuori casa, per non farci trovare, ma a me non importava, io stavo nel bosco.
Mio padre insegnava a tutti i bambini della città, era un uomo istruito, è stato una personalità, sono felice di averlo avuto come padre. Un barbone, capellone… è stata un’avventura la mia vita, mi sono sentito libero, libero di esprimermi, di essere me stesso.
Da giovane ho vinto una borsa di studio e con Mario Calvino ho studiato nei campi sperimentali, dove si cercavano varietà nuove di fiori e poi si lanciavano.
L’idea del nuovo è un’idea bella: non c’è e io lo faccio. Dovremmo essere tutti costruttori di qualcosa, tentare di farlo anche se si sbaglia.
Il giardino è parte del pensiero dell’uomo. Dove te ne vai pensi a come potresti fare un giardino e la tua mente non va nei posti dove vanno le altre menti, va nel tuo giardino. È creare qualche cosa che non esiste, che potrebbe essere un giardino.
Oppure seminare piante che non conosci ancora e vederle spuntare, io ho sempre fatto così. Andavo in giro e trovavo piante, la mia felicità era vedere qualche cosa che non conoscevo, vederla nascere, piano piano.
Nella vita bisogna avere il coraggio di lasciarsi stupire, seminare semi sconosciuti e lasciarli germogliare e saper aspettare, perché un seme potrà germogliare dopo un mese o sei o un anno.
Vedere fiorire un seme che non conoscevi: queste sono le piccole soddisfazioni che ti dà la vita.
Il grande non lo cercherei mai nella vita. Io cerco sempre le cose piccole: un seme piccolo ti dà una pianta grande, un seme grande magari non ti dà nemmeno una pianta.
E allora bisogna essere un po’ filosofi, scendere nelle cose piccole e poi ti accorgi che tre quarti delle cose che ti hanno insegnato non servono. E ti accorgi che tu sei professore di te stesso: se non sei capace di insegnare qualche cosa a te stesso non puoi imparare.
Perché il mondo è fatto così, ci sono tante cose, sei tu che devi prendere, scegliere, son tasselli che unisci e ti crei un tuo sistema di vita, non aspettarti che te lo crei un altro.
La vita è bella se riesci da solo a trovarti una strada, se segui la strada di un altro non è più bella. Ci sono tante strade, la gente cerca la strada degli altri perché sembra più facile, ma non è così.
È la tua personalità che devi valorizzare, questo è il segreto della vita. Io non ho mai fatto quello che gli altri fanno. Anche quando si fa un errore, uno sbaglio.
Nella vita lo sbaglio è il segno della ricerca, tutti i ricercatori hanno sbagliato, finché arrivano al punto di trovare quello che vogliono. Però se non sbagli non trovi.
Come disegnare, io l’ho imparato da solo, osservando e provando.
Mi diverto a caricaturare, me li creo io i personaggi, mi piace trovare soggetti sempre nuovi. Sono abituato a scarabocchiare. Nel disegno devi essere veloce, non devi aver paura che una linea non vada. Tutte le linee devono essere buone e allora subito ti spaventi, invece è la cosa più facile. Tutte le linee che ci sono devono essere buone, non esiste una linea sbagliata. Sei tu che devi, di quella linea, fare qualcosa.
Ho la mano buona, veloce. Guarda: ecco un’orchidea. Le orchidee le ho coltivate molti anni, sono specializzato nelle orchidee. Le conosco a memoria.
In Inghilterra ho diretto il giardino botanico per molti anni, il disegno fa parte del giardinaggio e se sei giardiniere e sai disegnare ti apprezzano di più.
La natura è vasta, grande, bisogna saperla esplorare. Ogni filo d’erba può fare un racconto.
Le mie ricette sono degli spunti, dei suggerimenti, un invito a sperimentare, un invito a voler vedere anche quello che ancora non si conosce.
Perché la natura è così grande che c’è di tutto. Siamo noi che chiudiamo le ali, pensando solo a quello che vogliamo e non a quello che si potrebbe volere.”

Osservando e amando le piccole cose, nel lasciarsi stupire seguendo i percorsi della curiosità e delle nuove idee, nell’essere semplicemente e liberamente se stesso, è così che Libereso coltiva la gioia di vivere.
Nato nel 1925, da ragazzino si appassiona al disegno, seguendo Antonio Robino; ha studiato botanica diversi anni con il professor Mario Calvino, con il quale ha stretto un importante sodalizio, e così troviamo Libereso apparire nelle pagine scritte da Italo, figlio di Mario Calvino e quasi suo coetaneo.
Ha diretto aziende agricole nel Sud Italia, è stato capo-giardiniere al giardino botanico Myddelton House dell’Università di Londra e ricercatore alla facoltà di Farmacologia presso lo stesso ateneo; ha viaggiato nei paesi dell’Asia, come India e Indonesia.
Ma queste sono solo alcune tracce, perché Libereso è davvero molto di più, un gentile Maestro di consapevolezza e libertà.
Libereso è il futuro, e come tale il suo pensiero torna sempre ai bambini, che dovrebbero crescere felici, coltivando l’entusiasmo della scoperta, e trovare il proprio sentiero.
Profondo conoscitore del mondo vegetale, ci ricorda o forse ci stupisce dicendo che “Il prato che calpestiamo nasconde cibo per una settimana”. E così penso a tutto il parlare di alimentazione e di sostenibilità. Vegetariano da sempre, Libereso vive di sole e lo sa.
Forse davvero lo sguardo che rivolgiamo al futuro dovrebbe rivolgersi alle piccole cose, iniziare dal filo d’erba per arrivare al tutto.
Sulla soglia di casa, mi ha salutata strizzandomi l’occhio – adesso sai dove trovarmi – e così, con le tasche ancora piene di tutti i doni del suo giardino, me ne sono andata sorridendo, felice e... segretamente euforica per aver incontrato Cosimo in carne e ossa.
Libereso Guglielmi è nato a Bordighera, nel 1925. Vive a Sanremo, dove continua a coltivare il suo magico giardino.

facebook.com/CristinaMirandolaStilllife