Si parte con il guardarsi con curiosità le mani per poi passare allo specchio e osservare il naso, gli occhi, la bocca che si apre per estrarre bene la lingua, come dal dottore. La madre entra in bagno, ma non è più quella di dieci minuti prima, il suo naso ora è oggetto di studio (somiglia al mio? Sarà veramente mia madre? Il suo naso non sembra affermarlo). Senza capire come, si è preso un treno con strane fermate: la gobba del vicino, le gambette corte e storte della nana del paese, le gambe lunghe e muscolose dei ciclisti. Una stazione enorme è l’enciclopedia medica dimenticata a casa dalla zia che doveva studiare medicina, una stazione così grande da perdersi per giornate intere. Passano gli anni e sempre per caso, in una libreria si trova un libro della Taschen dal titolo Enciclopedia anatomica con tutte le foto delle cere anatomiche della Specola di Firenze (la Specola di Firenze? È un museo?). Allora si inizia a visitare certi musei e a studiare arte e un professore ci mette davanti un manuale di anatomia artistica. Si diventa editori (chi l’avrebbe mai detto?) e in fiera a Francoforte si viene a contatto con un libro di Emmanuelle Houdart, Il guardaroba, e ci si innamora senza riflettere, per poi scoprire (sempre poi) che oltre quelle immagini c’è una dissezione delle varie fasi di una donna che più o meno tutte abbiamo attraversato. Sentimenti analizzati e messi su carta tra viscere e ossa, tra pelle e peli. La moltitudine di incontri che si sono susseguiti nel cammino della nostra esistenza ci ha fatto conoscere e ascoltare e guardare tante persone diverse, e alcune di queste avevano il pallino dell’anatomia e ci hanno indirizzato verso altri musei, verso luoghi ancora inesplorati. E allora imbalsamazione, tannizzazione, sottaceti (pardon intendevo dire preparati teratologici), e da ultimo la plastinazione.
La conoscenza di questo nostro corpo, la necessità di aprirlo e scoprire come funziona fino a giungere all’elemento fondamentale che è l’anima, che si traduce in organi, ossa, tratti somatici, posture del corpo. Narrazione di una vita di un essere umano di cui si incontra solo lo scheletro molti decenni dopo il suo decesso. E allora anche Leonardo si carica di un altro significato. Una fiammata di passione nata dall’arte per la scienza o dalla scienza per l’arte.
Se dissezioniamo l’arte, i corpi, le menti, le anime, i sentimenti, scopriremo che l’anatomia non ha fine come forse non ce l’abbiamo noi e la nostra curiosità. La curiosità. L’unico meccanismo che fa muovere il mondo e che ahimè tanto facciamo per atrofizzare, controllare e censurare.
Così, per caso, senza mai organizzare nulla, abbandonandomi alle vicissitudini della vita, passati alcuni anni ripercorro con la memoria quanto accaduto e scopro che la strada era sempre stata una sola e mi ha portata a proporvi Anatomie nel mese di gennaio dell’anno 2014. Un susseguirsi di immagini tratte da libri che amo, concesse da artisti, illustratori, fotografi e scrittori. Incontri che come me amano la dissezione con passione e senza pudore.