da una storia eterna
bevanda abbinata: siero della gioventù
Faceva un freddo tremendo. Nevicava, e saliva la buia notte, era anche l’ultima sera dell’anno, la vigilia di Capodanno. In quell’oscurità, e con quel freddo, mi sono acceso una sigaretta, per riscaldarmi almeno un po’. Giusto il tempo di rimanere fuori altri cinque minuti.
Nella casa c’era silenzio. Io ero lì, lontano dalle feste.
Ero seduto, e con l’arrivo di un nuovo inizio, ho iniziato a pensare alla fine.
Alla fine di un giorno, di un anno. Alla fine che arriverà anche per me.
Ho ricordato quello che è stato.
Quella sera c’era silenzio. La luna non brillava, e i miei pensieri lentamente si sono sporcati di nero. Ho chiuso gli occhi e ho iniziato a parlare, senza nessuno. Una confessione senza confessionale, mentre i colori dei fuochi d’artificio facevano l’effetto di un acchiappasogni.
“Cos’è successo alla mia vita? Sono nato nel ’44, l’anno dei gatti in fila per sei. Ho passato gli ultimi anni a scoprire il silenzio e a vivere di ricordi… Eppure volevo cambiare il mondo.
La vita è balorda, testarda, una stronza, colorata, altalenante, lunatica, bella, un vaffanculo soffocato di notte sotto un cuscino, un letto d’ospedale non più occupato, fare l’amore per tutta la notte, un cappello in testa che rimarrà intatto anche dopo la mia fine, mangiare cioccolato senza paura di cosa sarà domani, una porta sbattuta alle spalle, un no, un altro no, un lascia perdere, un addio, un ti amo, un abbraccio, un pendolo che oscilla tra l’oblio e la poesia. Questo oggi penso. Se domani non arriverà allora vaffanculo. Nella prossima vita io rinascerò pettirosso, o forse falco... Sicuramente babbuino. Tutti dovremmo avere una seconda possibilità, qualunque essa sia.
…
Il nuovo anno è arrivato e io non posso neanche pregare, non ho mai creduto in niente eccetto che in me.
Lo accolgo con una risata, solo così posso fregare il tempo. Lo accolgo con un pensiero: “Anche se tutto finirà, un giorno rinascerò e anche babbuino andrà bene”.