Tutto è pronto.
Le valigie sono ancora nell’armadio, l’ombrellone resta in cantina dietro l’albero di natale e non c’è nessuna prenotazione a nostro nome.
Un viaggio sta per iniziare, senza che noi ci muoviamo di un passo.
Quest’anno niente code in autostrada, niente gioco degli animali e nemmeno una rustichella all’autogrill.
Solo un po’ di fantasia. Per fingere di entrare nella nostra camera per la prima volta, avendola vista solo in una foto un po’ sfocata su un sito internet. Per far emergere i negozi e le strade del paese dalle nebbie dell’abitudine. Per provare a esplorare, come fosse la prima volta, i luoghi che abitiamo ogni giorno. Per scoprire come si concede facilmente Milano deserta nel caldo d’agosto.
E così andremo in India mangiando samosa in Porta Venezia, e a Istanbul passando a salutare gli amici che preparano il kebab a Vimercate. Ci sentiremo artisti parigini passeggiando per il Cimitero Monumentale e bagnanti anni cinquanta durante una gita lungo il fiume.
E così fregheremo il tempo e la geografia, passeggiando per Pechino in Paolo Sarpi e fotografando un mimo che si strucca dietro il Duomo.
Quest’estate niente aerei, passaporti o partenze intelligenti.
Quest’estate viaggeremo stando fermi.