Editoriale

di Lina Vergara Huilcamán

Settembre (almeno per l’Italia) è il mese in cui inizia la scuola e per tutti noi, che a scuola ci siamo andati o ci stiamo andando o che abbiamo figli che ci andranno, è soprattutto questo.
E la scuola, cosa può essere se non il rivedere il volto della cara maestra?

Cara maestra…
che mi hai dato i compiti per l’estate che puntualmente non ho fatto.
Cara maestra…
ti guardavo adorante, sognando di essere un giorno proprio come te.
Cara maestra…
non sai quanto ho faticato per capire che non ero l’asino che mi dicevi di essere.

In questo numero troverete una mini raccolta di quello che la maestra (e la scuola) ha lasciato in ognuno degli illustratori che hanno partecipato alla selezione.
Per iniziare l’anno con i ricordi del passato, sorridenti o a malincuore.
E Cara maestra potrebbe essere dedicato anche a tutti quei (cari) maestri e professori che a settembre devono tornare a guardare le facce dei loro (cari) alunni, perché le vacanze finiscono per tutti.
Finiscono le lunghe serate estive, i bagni al mare o in piscina, quel caldo sentimento che sconvolge un po’ le nostre vite, portandoci a desiderare che sia sempre estate e a fare più tardi la sera, che ci fa sentire quella voglia di chiacchierare fuori con gli amici, di fare lunghe pedalate in bicicletta.
Si riappacificano quegli ormoni che sembrano svegliarsi durante i mesi estivi, forse per il caldo, forse perché stimolati dalle punture delle zanzare.
E con l’estate finisce forse quel sogno di libertà che ci pervade, anche se non abbiamo le ferie, anche se dobbiamo fare i compiti o studiare per gli esami di riparazione di settembre.

La maestra Donna Rosita insegnava al pianterreno di casa sua. La scuola era una stanza con tavoli bassi per noi piccoli mentre i più grandi avevano i banchi. Donna Rosita disegnò sulla lavagna quella che sarebbe diventata la mia prima vocale: una grande “A”. Una bambina del mio tavolo iniziò a sanguinare dal naso e io provai una grande invidia e cercai di ottenere lo stesso effetto introducendo la mia matita nuova su per una narice. Ma ne ricavai soltanto uno scappellotto e una frase che mi avrebbe accompagnata per molti anni: “Questa bimba è scema”.

Uno speciale ringraziamento a Bizzarro Bazar che ha gentilmente deciso di collaborare con noi per rendere ILLUSTRATI migliore, dandoci la possibilità di portare su carta il suo blog.