“Ogni libro mi appariva come un gradino di una scala senza fine,
e io sentivo che quella scala volevo e potevo salirla”
I libri ti cambiano la vita, Romano Montroni
Bologna, via degli Orefici. Sole. Caldo.
Un tavolino fuori dalla Coop Ambasciatori e due chiacchiere con Romano Montroni, il libraio più famoso d’Italia, ma soprattutto la memoria storica delle librerie italiane degli ultimi cinquant’anni. In un periodo di crisi come questo, in cui le persone prese dal panico sembrano aver smarrito la ragione e la logica, e non si fermano più a respirare l’aria ancora buona della nostra terra, a guardare il sole in cielo che non si è ancora spento, è rassicurante sedersi di fronte a quest’uomo e ascoltarlo. Gli ho domandato della crisi e, senza tanti paroloni sulle strategie di mercato e sulle dinamiche politiche globali, mi ha risposto che non è la prima e nemmeno la più grave e che, come sempre, bisogna solo aspettare che finisca. Niente panico, niente allarmismi, ma neanche stare fermi senza fare nulla, perché è proprio nei periodi di crisi che si cercano le soluzioni, si apportano le migliorie e si impara ad affrontare il peggio per prepararsi al meglio. Attorno al tavolino c’era Bologna, la rossa, la viva! E mentre chiacchieravamo le nubi hanno oscurato il sole. Si è levato il vento e infine ha cominciato a piovere dolcemente. Siamo entrati e Montroni ha portato dentro il sole. Di buon umore si prodigava per vendere libri e insegnare ai ragazzi della cassa, raccontando loro le meravigliose cose che aveva sentito e che si potrebbero fare, con la gioia di chi sa che I libri ti cambiano la vita, il suo motto ma anche il titolo della sua ultima pubblicazione. I libri ti cambiano la vita… di certo hanno cambiato quella di Montroni quando, da ragazzino, ha deciso di smettere di studiare per fare il fattorino in una libreria di Bologna finché, a soli ventiquattro anni, è diventato direttore della Feltrinelli Ravegnana, e hanno cambiato anche la mia, che cinquant’anni dopo lo incontro e ancora una volta vedo che tutto è possibile! Basta lasciarsi baciare da uno dei luminosi raggi del sole e continuare ad andare avanti senza dimenticare di collegare il cervello al cuore, i numeri alle emozioni. Un acquazzone estivo mi aspettava all’uscita dell’Ambasciatori e, quando ho realizzato che avrei preso l’acqua e ne avrei presa tanta, sono scoppiata a ridere perché era proprio quello di cui avevo bisogno: un bel bagno. Era giunta l’ora di svegliarsi! Perché l’entusiasmo, la passione, la dedizione, l’energia di questo libraio sono contagiose. “Vita, morte e miracoli della libreria in Italia”: potrebbe essere questo il sottotitolo di Libraio per caso, in cui le pagine dedicate a Giangiacomo Feltrinelli sono a dir poco toccanti, sembrano raccontare le gesta di un superuomo venuto dal pianeta Terra dove un tempo abitavano esseri umani capaci di pensare e guardare lontano, di osare e sfidare le regole, capaci di lavorare giorno e notte per raggiungere il loro scopo. Un superuomo – Feltrinelli – che cinquant’anni fa ha ribaltato la storia delle librerie in Italia. Ma cosa ci vuole per far fronte a una crisi? Cosa ci vuole per non perdere i clienti? Cosa ci vuole per migliorare il mondo? È tutto scritto in Vendere l’anima e Libraio per caso. Il primo si focalizza sulla gestione di una libreria e sul mestiere del libraio, il secondo ripercorre la storia delle librerie, senza trascurare i fattori alla base delle tappe del loro sviluppo. I libri sono oggetti, merce, e lo scopo dei librai e delle librerie è venderli ma, come dice lo stesso Montroni, i libri sono in grado di racchiudere il mondo, un mondo talvolta migliore del nostro o che comunque lo renderà migliore, e quindi bisogna venderli con il cuore. Il suo è un matrimonio fondato su un grande amore, che ha coltivato ogni giorno della sua esistenza fino a farne un legame solidissimo, perché l’amore da solo non basta, come non bastano i numeri, almeno non quando si parla di libri, oggetti in cui migliaia di autori hanno racchiuso la loro anima lasciando traccia delle loro vite, oggetti creati e venduti da persone che spesso amano perdersi tra le loro pagine. Al di là delle mie opinioni personali, e di ciò che mi piace o meno leggere, credo sia un privilegio incontrare qualcuno che sia al tempo stesso memoria del mondo in cui vivo e speranza per il futuro, perché, anche quando lui non ci sarà più, avrà comunque lasciato la sua eredità, un’eredità fatta di passione. Ascoltando le parole di Montroni, guardandolo negli occhi e poi leggendo i suoi libri si ritrova un’Italia che sta scomparendo, quella che tanto apprezziamo nei film in bianco e nero, che leggiamo nelle pagine dei grandi scrittori, quella che andava in bicicletta con grandi borse della spesa appoggiate sul manubrio, fatta di sorrisi, entusiasmo, amore, ma anche di problemi, tristezza e delusioni, un’Italia piena di cose ancora da fare. Un’Italia della quale io ho solo qualche ricordo ma che vorrei non si perdesse mai. Ci sono nei suoi occhi tante gioie meritate alle quali desidero arrivare anch’io, io che come molti altri quando le cose non funzionano vorrei fare altro, che vorrei mollare perché tanto non ne vale la pena, io che do per morto chi ancora respira. SAPER GUARDARE LONTANO! Una cosa che si impara seguendo quella curiosità che ognuno di noi ha, anche se a volte sembra un po’ assopita.