Editoriale

di Lina Vergara Huilcamán

Carta come libro.
Carta come quaderno e blocco da disegno. Come manoscritto. Diario segreto o taccuino di appunti. Carta come dieci libri nella valigia per essere sicuri di poter leggere in vacanza.
Carta da pacco e carta pesta. Carta da giornale, carta per avvolgere il pesce e la verdura.
Carta di credito? No, quella no.
Carta come soldi, prima che esistesse la carta di credito, biglietti di carta che servono a comprare cose.
Biglietto della lotteria, scontrino, ricevuta, fattura. Carta come coriandoli.
Carta come stelle filanti, prima che esistessero quelle spray.
Francobollo, quando ancora si leccava e collezionava, quando si staccava dalla busta con il vapore della teiera.
Album di fotografie quando si scattavano senza avere la certezza che fossero venute bene, con quella strana inquietudine di chi sa di non avere altre opportunità.
Carta del manifesto, locandina, flyer, depliant.
Biglietto da visita. Biglietto d’auguri. Lettera. Un tempo si scrivevano le lettere agli amici, si spedivano le cartoline.
Assegno. Tovagliolo. Pagella. Carta da parati.
Cartina geografica. Mappa stradale. Tuttocittà.
Tuttocittà.
Cercare un indirizzo su una cartina senza che te lo dica il navigatore. Pensare se girare a destra o a sinistra senza nessuna voce che te lo suggerisca con una certa insistenza, anche
se educatamente.
Una vita di carta…
Carta di identità. Passaporto. Patente.
La mia patente non è più di carta, da almeno dieci anni.

Una vita di carta, la mia… come quella di tanti altri.
Mi sono seduta e ho pensato a cosa ne sarebbe stato della mia esistenza senza la carta e ho scoperto che non esiste un ricordo della mia vita che non sia legato a essa, anche se indirettamente. Come se scandisse il ritmo del tempo, dei ricordi, del mio passato…
E del mio futuro?
Già, un giorno nel mio futuro smetterò di esistere e pensare di essere mortale mi fa sentire strana, anormale… Ma la carta sta morendo, come lentamente sto morendo io.
Sto ingiallendo e seccando come una foglia, come le pagine di un vecchio libro.
Sono trascorsi abbastanza anni da poter vedere i cambiamenti, la trasformazione di ciò che mi circonda, della mia vita.
Sono deperibile come i libri che compro. Accumulo ricordi, come i libri accumulano parole e un giorno spariremo entrambi.
Per questo l’idea di fare questo numero. Per ricordare insieme a chi legge questo grande elemento.
La terra. L’acqua. Il fuoco. La carta!
Un omaggio. Un tributo. Prima che scompaia dalle nostre vite.
Prima che tutto sia digitale. Prima.