[seduta di fronte alla sua enorme specchiera arzigogolata e a tratti scalfita da chissà quali mani, vede il suo viso riflesso. Le appare stranamente ripugnante. Stringe le guance tra i palmi aridi delle mani e rivela un sentimento affannato. Si alza di scatto e con passo fulmineo raggiunge la vecchia cassapanca ereditata, la scoperchia con forza e butta all’aria tutti gli abiti e gli antiquati sottabiti della nonna, li osserva attentamente e si spoglia. Fa scivolare sul suo corpo una leggera sottoveste dai colori accesi e cinge il collo con un boa di piume di struzzo dimenticato da una ballerina qualche giorno prima. Seduta nuovamente di fronte allo specchio apre la scatola dei trucchi e usa l’ombretto celeste e il rossetto sanguigno per dipingersi il viso bianco. Si rialza e decide di spargersi il rossetto anche al di fuori delle labbra fino al collo e giù lungo il vestito; si scioglie i capelli scuri e accentua con esagerazione il neo alla destra della bocca. Si accende una sigaretta e per tutta la notte da sola ballerà]