Bibliolibrò

di Valentina Rizzi

“Nemmeno il gelo ci fermerà”. Un’adorabile apetta blu elettrico, l’unico mezzo motorizzato di cui l’Italia dovrebbe andare veramente fiera, e una donna mediterranea imbacuccata in un cappotto marrone con un libro in mano e un sorriso. Così ho conosciuto Bibliolibrò e Valentina Rizzi, la sua creatrice. Con i capelli folti e scarmigliati, gli occhi grandi e scuri, è una Anna Magnani in piena regola, che con il vento tra i capelli, lo sguardo duro e penetrante, e un sorriso, affronta qualsiasi situazione pur di uscire a vendere i suoi libri illustrati. Mi ha riportato sul mio divano da piccola la domenica pomeriggio, insieme ai miei genitori, a guardare i vecchi film italiani in bianco e nero, che mostravano un’Italia non ancora vittima dell’immagine e dove la bellezza era data dal sapore intenso della vita. Il sole. L’odore dei pini mediterranei.
Il profumo della pizza o degli spaghetti fumanti. Il sapore di un bicchiere di vino rosso in bocca. Un fazzoletto di cotone bianco ad asciugare la fronte di quei divi belli ma reali. E il rumore… tante risate, urla, esclamazioni.
Ho iniziato così a seguire le peripezie dell’apetta, come la chiama Valentina, fino a invitarla a Modena a raccontarmi la sua storia. Bibliolibrò, l’apetta, ronza a 40 kilometri orari al massimo, ha il colore del blu più intenso del cielo. Itinerante, ambulante, si aggira tra Ostia e dintorni promuovendo libri illustrati e creando situazioni divertenti, ricreative, teatrali e romanzesche tra libri e bambini.
Nata come progetto per essere satellite, richiamo per clienti, figlia e quindi aiuto per una libreria in agonia, si è ritrovata a essere orfana alla nascita – la libreria ha chiuso i suoi occhi per sempre – e a dover imparare il duro mestiere del libraio per strada.
“Perché vede Signorì… se lei vendesse i carciofi sarebbe più facile – le dice il vigile – accosta, una cassetta di carciofi e prende i soldi, un’altra cassetta di carciofi e prende i soldi, e in venti minuti ha finito le cassette e se ne va… ma lei vende libri! Signorì! E i libri si sfogliano! La gente se ferma e i minuti passano! E me diventa occupazione di suolo pubblico… dia retta a me, Signorì, era meglio se vendeva i carciofi” mi racconta Valentina ridendo.
Sarebbe meglio sì, ma Valentina nei libri ci crede, ne ha anche scritti. Attrice, scrittrice, ideatrice di qualsiasi cosa in pochi secondi, è una mente attiva e pensante, energica e sognante. Aperta.
Annaffia vasi di cultura il giorno delle Librerie in fiore. Monta set fotografici dal gommista che deve riaccomodare l’apetta coinvolgendoli tutti in un panorama di ruote e libri illustrati. Stende fazzoletti sul marciapiede o sui muretti o sulle scalinate della chiesa improvvisando un red carpet dove appoggia i suoi tesori per richiamare il pubblico. Per far ridere grandi e piccini. Ma ecco che dopo venti minuti deve smontare e risalire sul mezzo. Deve sloggiare, come i venditori extracomunitari di borse e altri articoli, fare il giro dell’isolato per preservare la forma di fronte all’ordine pubblico, per non essere, oltre che idealista e inguaribile sognatrice, anche illegale occupatrice di suolo pubblico.
Ridiamo insieme, ancora e ancora, mentre si agita in giro per la mia cucina, e mi racconta, e immagino l’apetta che fa il giro dell’isolato fischiettando mentre il vigile fa la sua passeggiata di ordinanza, e tutti i libretti e libriccini colorati che traballano e clandestini in silenzio attendono la nuova destinazione, con gli occhi grandi e spalancati come quelli di Valentina, incerti sul loro avvenire. Ora comunque è più facile, ha fatto amicizia con altri commercianti, qualche vigile la vede e sorride e continua a pensare che farebbe meglio a vendere i carciofi ma quella si è fissata… una storia avventurosa la sua, fatta di semplicità quotidiana e di tanta realtà che in modo comico, quasi assurdo ci dà l’esatto profilo della nostra società e della cultura.
Bibliolibrò ha i remi in caso di alluvioni, e ali per i precipizi. Risplende sotto il sole e riprende vigore come una pianta dopo la pioggia. Niente e nessuno la può distruggere. Si ciba di sorrisi. E di cultura. Di colori e di storie. E anche se non ha la protezione che le spetta da parte di chi gestisce la cultura in Italia – perché si pensa che vendere libri da ambulante sia come vendere carciofi, anzi peggio! – a lei, Bibliolibrò, non importa. Sterminatrice dell’idiozia non conosce ostacoli. Dovrebbe essere invitata a sostare nelle principali piazze di questo paese.
Dovrebbe essere invitata a riprodursi, a figliare e popolare questa terra baciata da sempre dal sole.
Mi piacerebbe immaginare un domani in cui Bibliolibrò canticchiando passa per le strade e tutti i bambini lasciano i giochi per cinque minuti per andarle incontro e ascoltare una bella favola o dire OHHH in coro di fronte a una bella illustrazione.
Ma non sono preoccupata, guardo Valentina appostata dietro le sbarre del mio stendino per i panni, che impugnando Vita da cani, sorride malefica come Cattivik e nel suo sguardo vedo una lucina che promette nuove idee per sconfiggere l’ignoranza.