Non avevo mai pensato che scrivere comportasse tanta fatica.
Quasi come un dolore, che lento cammina dalle dita alla mano per poi salire fino alla spalla.
A me le cose, quelle scritte, scivolano addosso.
La mia vita è a due dimensioni. Non l’ho scelta io, è così, è la mia vita. E mi va bene.
Mi manca la profondità, però. Quella che ti fa vedere la vita in prospettiva.
A volte mi sento privo di senso.
Eppure sono vivo. Amo, sogno, mi addoloro, piango, rido, sono felice e mi dispero.
Ora più di prima.
Perché quella terza dimensione, di cui tanti nemmeno si accorgono quando passano le dita sopra di me, l’ho ricevuta in dono da Giulio.
Come per magia! Non lo sapevo, non l’avevo mai avuta!
E ora ce l’ho! Ed è tutta un’altra storia! Tante altre storie!
Sono state le sue piccole mani che con coraggio, pazienza e fatica, hanno scavato dentro di me solchi di immagini!
Segni sparsi, a volte contorti, a volte composti, indecifrabili per tutti. Ma non per me, che nei suoi occhi vedo mondi di fantasia che non potrò mai avere senza di lui.
Per questo siamo diventati amici per la pelle.
E pensare che io sono solo un foglio bianco tra le mani di Giulio, un bambino che impara a sognare nei segni sopra di me il suo grande mondo, la mia terza dimensione.